Il passaggio: dagli Under 13 agli Under 18

Prima parte introduttiva.
Il passaggio: dagli Under 13 agli Under 18

Il passaggio è senza dubbio il fondamentale che maggiormente mette in evidenza la relazione tra due giocatori all’interno di uno sport di squadra come la pallacanestro, in cui il concetto di collaborazione rappresenta uno dei principali postulati insieme allo spazio, al tempo e all’equilibrio.

Il passaggio è la realizzazione tecnica, visibile e tangibile del “giocare insieme”, un gesto che definiamo “APERTO”, ovvero fortemente condizionato dalle situazioni di gioco. Per questo motivo esistono innumerevoli modi di passare la palla che vanno aldilà della canonica classificazione alla quale tutti facciamo riferimento. Non possiamo per questo definire il passaggio come un’abilità chiusa (closed skill) in quanto la scelta del movimento da eseguire dipende da cosa accade sul campo, con il fine principale di mantenere il vantaggio conquistato da un compagno.

Nel Diagramma 1 il giocatore in ala prende vantaggio sul rispettivo difensore, una scelta corretta di passaggio da parte dell’attaccante con palla permetterà all’uomo senza palla una conseguente realizzazione a canestro. Se è vero quindi che il passaggio rappresenta il mantenimento di una situazione vantaggiosa è altrettanto vero che ci sono giocatori in grado di creare il vantaggio tramite il passaggio, atleti con capacità spiccate nel leggere anticipatamente e rifornire i compagni in posizioni di campo in cui questi ultimi (in alcuni casi) addirittura non si rendono conto di avere ottenuto un vantaggio sul proprio difensore. Questi giocatori, che ovviamente chiamiamo “talenti” migliorano gli altri tramite i loro fondamentali tecnici e di anticipazione.

Credo fortemente che i ragazzi che entrano in palestra debbano vedere e prendere spunto dai migliori giocatori, non dobbiamo essere noi i limitatori della loro fantasia, del loro ricercare la miglior soluzione possibile perché come detto il passaggio non si può “imprigionare” in casistiche. Probabilmente è capitato a tutti noi coach di rivolgersi ad un giocatore sostenendo, ad esempio, di non passare la palla con “i piedi in aria” (ovvero in salto). Credo che questa affermazione non possa rappresentare un assoluto, in quanto esistono situazioni in cui il giocatore per essere più rapido ed eseguire un gesto più efficace, se ha già riconosciuto la situazione prima del salto, e in alcuni casi anche durante lo stesso, debba e possa eseguire un passaggio in fase di “volo”. Altro elemento importante da sottolineare è come il passaggio possa essere usato per “passare” il vantaggio (extra-pass) ad un compagno (Diagramma 2) o per uscire da una situazione difficile (safety pass, Diagramma 3).

In termini di spazio-tempo il “passare” è un’anticipazione (il palleggio ad esempio possiamo definirlo rispetto ai postulati come un ritardo), grazie ad esso si può riuscire a coprire spazi ampi in breve tempo. È chiaro che la cattiva esecuzione del gesto comporta una perdita del vantaggio ottenuto insieme ai compagni di squadra. Nel passaggio dobbiamo ricordare inoltre che essendo un gesto in cui troviamo coinvolti due giocatori, (il passatore ed il ricevitore), migliore sarà la loro relazione e più efficace sarà il passaggio. Aggiungiamo che maggiore saranno le capacità, le abilità motorie e la conoscenza tecnica del fondamentale e maggiori saranno la possibilità di riuscita del fondamentale stesso.

Osserviamo infatti che, durante il passaggio avviene un adattamento articolare degli angoli al polso, al gomito e alla spalla, senza contare la combinazione con gambe e tronco.  Allo stesso tempo abilità come il lancio e la presa (fin dalle prime fasce di età) rappresentano requisiti necessari su cui costruire la tecnica del gesto. Parlando di capacità coordinative lo sviluppo della capacità di anticipazione risulta determinante. 

L’integrazione tra componente fisica, tecnica, tattica, psicologica per questi motivi è senza dubbio necessaria ed indispensabile per la riuscita di un buon passaggio.

PRESA E RICEZIONE

La presa e la ricezione sono i fondamentali che hanno lo scopo di rendere sicuro il passaggio e permettere un corretto ed eventuale movimento successivo. Nei bambini più piccoli la presa può essere effettuata con due mani (per la dimensione ridotta delle stesse), con le dieci dita rivolte verso la palla e le mani lateralmente/dietro ed i pollici convergenti dietro il pallone. Appena possibile dovremo però insegnare “la presa con i pollici a T” per avere maggior velocità di utilizzo dei fondamentali successivi alla ricezione. La ricezione è l’insieme del chiamare la palla con una mano o due mani in base al posizionamento del difensore ed andare incontro ad essa con una presa corretta.

I PASSAGGI EFFETTUATI CON DUE MANI

Andiamo ad analizzare quelli che possono essere classificati come passaggi effettuati con due mani. Prima di passare all’esposizione dei vari gesti è necessario specificare che non tutti i passaggi a due mani hanno una richiesta simmetrica di entrambi gli arti. Nel passaggio due mani sopra la testa ad esempio gli arti lavorano insieme e contemporaneamente, cosa che non accade in quello a due mani laterale in cui l’arto in direzione del ricevente è maggiormente coinvolto nella spinta, non svolgendo per questo motivo un lavoro completamente speculare.

IL PASSAGGIO DUE MANI DAL PETTO

Questo tipo di passaggio viene utilizzato principalmente in situazioni di contropiede con i difensori distanti. La traiettoria deve essere tesa, la palla parte dal petto e tramite la contemporanea distensione degli avambracci e la flessione dei polsi (mani aperte e pollici in basso) viene spinta verso il compagno. Si combina un passo insieme al movimento per favorire l’impulso della spinta.

IL PASSAGGIO BATTUTO A TERRA

L’esecuzione del gesto è similare a quella effettuata per eseguire un passaggio a due mani dal petto ma la palla viene battuta a terra. È utilizzato per evitare che un difensore in recupero possa intercettare la palla, come ad esempio in situazione di contropiede o backdoor.

IL PASSAGGIO DUE MANI SOPRA LA TESTA

È il passaggio che comunemente si utilizza per ribaltare la palla. Il pallone è tenuto con due mani sopra la testa e da questa posizione viene spinto distendendo i polsi. È utilizzato anche in situazioni di apertura di contropiede, per servire il post basso o per passare la palla ad un compagno che esegue un “fade” in seguito alla lettura difensiva su un blocco (difesa taglia).

IL PASSAGGIO LATERALE A DUE MANI

È un passaggio che si esegue in presenza di spazio con l’ausilio del piede perno per uscire dalla figura del difensore. È evidente che il limite di questo gesto è l’impossibilità di effettuarlo con l’avversario molto vicino. Il polso esterno in prossimità del ricevente contribuisce con una maggior spinta al passaggio.

I PASSAGGI EFFETTUATI CON UNA MANO

I passaggi ad una mano sono quelli maggiormente utilizzati, vengono in genere controllati con due mani ma rilasciati con l’ausilio di una sola mano.

PASSAGGIO UNA MANO E MEZZA

È il passaggio maggiormente utilizzato, la palla viene portata lateralmente, il braccio viene disteso e la mano spinge in direzione del ricevente. Può essere accompagnato da un passo omologo o incrociato a seconda della presenza o meno di una difesa vicina e può essere diretto o battuto. Viene utilizzato per eseguire i passaggi perimetrali ma anche per servire il post basso.

PASSAGGIO DAL PALLEGGIO

È un passaggio maggiormente veloce rispetto a quello ad una mano e mezza ma è ovviamente meno protetto. È complesso dal punto di vista coordinativo e si esegue quando il compagno con vantaggio viene visto all’ultimo momento, quando in pratica i tempi di reazione devono essere accorciati. La palla sarà raccolta bassa con una mano e mentre risale verrà spinta con la distensione di braccio e avambraccio e polso.

IL PASSAGGIO BASEBALL

Quando pensiamo a questo tipo di passaggio la mente va alla coppia Shaun Stonerook e Terrell McIntyre, giocatori storici della Siena di coach Pianigiani. Il primo era solito, con un’azione tempestiva, lanciare il contropiede del secondo. Il passaggio baseball si effettua in assenza di difesa e richiede forza e coordinazione. La palla viene portata lateralmente all’altezza dell’orecchio tenendola con la mano che passa dietro di essa. Il braccio viene disteso in avanti con la flessione finale della mano. Anche in questo caso il gesto è combinato con un movimento del piede omologo alla mano che passa in direzione del ricevente.

HAND-OFF

Il passaggio consegnato deve avere un’esecuzione rapida in uno spazio non ampio in cui si muovono due attaccanti. La palla viene controllata con due mani e consegnata con una. La mano che consegna è quella opposta alla mano che permette maggior protezione. Viene abbinato ad un giro dorsale o frontale per porre ingombro fisico nei confronti del difensore.

FINE PRIMA PARTE.

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Postato da Gabriele Pardini

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Allenatore Nazionale, Istruttore Nazionale Minibasket, FIBA Coach e componente del CNA regionale Toscana.
Esperienza come responsabile di settore giovanile e Minibasket.
In categorie Senior capo allenatore dalla serie C SILVER e GOLD fino alla serie B.