La 5 Out Motion Offense per squadre giovanili

Un sistema di gioco aperto e flessibile che offre ottime spaziature e può essere modulato su vari tipi di collaborazioni.
La 5 Out Motion Offense per squadre giovanili

Nel pensare a un attacco a metà campo da utilizzare nelle fasce più alte di settore giovanile - dall’Under 16 in poi - la nostra priorità è incentrata sul dare ai giocatori la possibilità di interagire in un sistema di gioco aperto e flessibile. 

I pianti chiave che vogliamo sviluppare sono:

  • Rendere pericolosi tutti e 5 i giocatori in campo.
  • Dare un’organizzazione offensiva senza imbrigliare la creatività dei giocatori.
  • Plasmare un’identità di gioco basata sulla filosofia “Read & React”.
  • Ampliare il bagaglio tecnico e tattico dei giocatori implementando concetti e collaborazioni sempre più evolute.

La 5 Out Motion Offense che andiamo a illustrare soddisfa tutti questi requisiti. E’ inoltre un framework che ben si adatta alla pallacanestro senior ed a collaborazioni ancora più avanzate e molto utilizzato tra le squadre pro. 

Premessa: nell’approcciare una pallacanestro più strutturata non chiediamo ai giocatori precisione nei movimenti ma puntiamo invece sulla velocità di esecuzione per creare movimento e occasioni. 

Set-up e collaborazioni

La base di partenza sono 5 giocatori schierati tutti fuori dai tre punti, disposti 2 in angolo, 2 in guardia ed 1 in punta (#1). Non partiamo con l’idea di assegnare ruoli, ma chiediamo semplicemente ai giocatori di occupare velocemente le 5 posizioni dell’attacco. Per loro diventa un processo naturale andare a riempire gli spot in cui si sentono più a loro agio. Questo posizionamento iniziale ci permette di dare molta enfasi allo spacing per garantirci la possibilità di avere sempre aperta l’area per attaccare il canestro, con una penetrazione o con un taglio.

Il gioco viene innescato con palla in punta (#2) e a seguire due blocchi a scendere dei giocatori in guardia per i giocatore in angolo (#3). La punta dichiara il lato forte spostandosi in palleggio, passa al giocatore che esce dal blocco e segue la palla per giocare un pick & roll dinamico (#4) verso il centro mentre gli altri giocatori si spaziano sul perimetro per aprire il campo.

Questa è lo schema che serve e mettere in moto palla e giocatori, da questa base andiamo a costruire il nostro sistema di gioco basato su letture, allenando i giocatori a fare scelte funzionali. Il nostro obiettivo non è portare a fondo lo schema, ma muoverci in modo organico per creare quelle condizioni che possono portare dei vantaggi da attaccare con e senza palla.

Quello che vogliamo riuscire a ottenere nel flusso di gioco sono:

  • closeout difensivi da attaccare con partenze dinamiche
  • innescare le nostre collaborazioni di penetra e scarica
  • rubare canestri in taglio

Entry pass

La punta non è semplicemente un punto di appoggio. Il giocatore che riceve in quella posizione innesca il primo di una lunga serie di 1c1 da ricezione o da smarcamento: 

  • la difesa consente un passaggio facile in punta (#5), di fatto crea il primo closeout difensivo da attaccare in spazi larghi.
  • la difesa non consente passaggi facili in punta (#6), autoblocco per facilitare ricezione fronteggiando subito il canestro su ricezione con arresto a aprire per creare un’altra situazione di closeout da attaccare.
  • la difesa nega il passaggio in punta (#7), taglio backdoor oppure blocco al giocatore in guardia lato debole che rimpiazza.

Blocchi a scendere

Con palla in punta i due giocatori in guardia vanno a bloccare quelli in angolo ma prima giocano il loro 1c1 senza palla per provare a rubare con un taglio davanti la difesa o backdoor (#8). Contestualmente i giocatori in angolo iniziano a preparare il blocco facendo un passo a canestro per impegnare la difesa per poi sfruttare il blocco.

Il blocco a scendere non è una tappa intermedia prima del pick & roll ma una vera e propria opzione di gioco che vogliamo esplorare fino in fondo. Istruiamo il bloccato a leggere il blocco in modo canonico per uno smarcamento verso la palla, un ricciolo/backdoor in area o in allontanamento. Al bloccante invece diamo indicazioni di muoversi in opposizione al bloccato aprendo il blocco in avvicinamento o allontanamento con l’obiettivo di giocare attivamente contro la scelte difensive (#9).

In sintesi, su questa collaborazione di blocco lontano dalla palla, vogliamo sempre un giocatore che sale e uno che prova a aprirsi a canestro per poi allargarsi in angolo sul lato forte.

Pick & Roll dinamico

Prima di arrivare al pick & roll abbiamo già sviluppato diverse situazioni di 1c1 ognuna delle quali ha generato una reazione difensiva più o meno accentuata. Si tratta di continuare a tenere sotto pressione la difesa andando a giocare il pick & roll da dai e segui.

Il pick & roll non deve essere necessariamente la fine del gioco, ma uno strumento da cui iniziare ulteriori collaborazioni. Il nostro obiettivo è coinvolgere più attaccanti possibili sul pick & roll: oltre a bloccante e bloccato vogliamo attivare le due sponde più immediate, quella davanti ma soprattutto quella dietro la palla (#10). Se come da prassi sul pick & roll la difesa lontano dalla palla collassa in area, innescando le sponde la difesa deve riaprirsi generando quella che per noi è il closeout difensivo più vantaggioso in assoluto da attaccare.

Qualora il pick & roll venisse negato dalla difesa che anticipa il dai e segui, diamo indicazioni alla punta di tenere vivo il palleggio, abbassare la linea di blocco e trasformare il pick & roll in un handoff (#11).

Collaborazioni straordinarie

Quelle finora descritte sono le collaborazioni ordinarie e decodificate, ma stimolando le letture dei giocatori, noi vogliamo spingerli a “inventare” nuove collaborazioni, del tutto straordinarie che esulano dal canovaccio che gli abbiamo sottoposto come ad esempio:

  • Situazioni di isolamenti dinamici per 1c1 su un quarto di campo (#12).
  • Situazioni di pick & roll non codificate (#13).
  • Situazioni di blocco lontano dalla palla non codificate (#14 e #15).
  • Situazioni di taglio da lato debole (#16).

La forza della nostra Motion Offense probabilmente sta in questa parte, nell’imprevedibilità che nel tempo possiamo raggiungere se manteniamo alti livelli di timing e spacing.

Criticità

Ci vuole del tempo affinchè i meccanismi che regolano la Motion Offense vengano recepiti e digeriti dai giocatori. All’inizio proveranno a giocare lo schema senza accorgersi dei vantaggi che creano tra un movimento e l’altro, oppure cercheranno solo di giocare di lettura in modo caotico e confusionario. Per facilitare le cose noi usiamo spesso situazioni di gioco di 2c2 con appoggi e 3c3 per abituare i giocatori a affinare certi automatismi e guidarli nelle letture di gioco.

La Punta

La criticità principale riguarda il giocatore in punta i cui errori più comuni sono:

  • subisce l’iniziativa della difesa anzichè prenderla, quindi si protegge girando le spalle al canestro invece che fronteggiare.
  • non è “multitasking”, ovvero non è in grado di destreggiarsi tra più scenari (ad esempio sul blocco a scendere si concentra sul bloccato e non considera il bloccante, oppure ingaggia il suo 1c1 a testa bassa e non vede i compagni).
  • perde troppo tempo nello smarcamento iniziale.

Queste problematiche sono spesso di natura tecnica - ad esempio un giocatore si protegge perchè non è sicuro del proprio palleggio o si concentra su un opzione di gioco perchè non sa passare il pallone con la mano debole - e devono essere corrette in allenamento.

Smettere di giocare senza palla

Per noi il gioco senza palla è cruciale, fermarsi vuol dire sprecare o rinunciare a dei vantaggi e dare modo alla difesa di resettare. Una cosa che cerchiamo di combattere sono i giocatori che smettono di collaborare perchè indecisi sul da farsi o peggio ancora quelli che si impigriscono e aspettano di avere palla in mano per iniziare a giocare.

Problemi di timing

Un’altra criticità da tener presente è il timing con cui vengono effettuati alcuni movimenti facendo troppe cose e tutte insieme. Lo scenario più plausibile riguarda i due blocchi a scendere portati nello stesso momento che rischiano di generare caos e affollare l’area. Possiamo agire su questa problematica agendo sulle spaziature, ordinando ai giocatori di muoversi in spazi più larghi; oppure sfalsando il tempismo delle collaborazioni dando la precedenza a quelle su lato forte rispetto a quelle sul lato debole.

Conclusioni

Il grado di sofisticazione può essere alzato o abbassato in base al gruppo o la categoria in cui volete installare questo tipo di attacco, sostituendo ad esempio le collaborazioni con blocchi con basilari concetti di gioco di dai e vai, dai e cambia o dai e segui

La 5 Out Motion Offense è un insieme di collaborazioni più o meno complesse che possono ramificarsi in dozzine di scenari differenti ed imprevedibili lasciando il proscenio ai giocatori, i veri artefici del successo di ogni attacco.

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.