L'importanza e la cura dei dettagli nell'insegnamento dei fondamentali offensivi

Un focus sull'influenza dei piccoli dettagli su passaggio, palleggio e tiro. Prima parte.
L'importanza e la cura dei dettagli nell'insegnamento dei fondamentali offensivi

Nell’insegnamento della pallacanestro credo sia fortemente necessaria l’attenzione e la cura per i dettagli. Questi sono certamente la discriminante tra un corretto movimento che facilita la scelta del giocatore ed un errore che ha come conseguenza una lettura ed un gesto tecnico errato e fuori tempo.

Molto spesso tendiamo a dare per scontato nelle nostre dimostrazioni, spiegazioni ed esercitazioni, alcuni focus su cui dovremmo prestare maggiore attenzione e riflessione. Dobbiamo avere sempre presente la responsabilità che abbiamo nella formazione degli atleti: fondamentale domandarsi perché in una determinato contesto è necessario muovere i piedi in un modo piuttosto che in un altro, chiedersi perché è funzionale mettere ed utilizzare le mani sulla palla in una modalità rispetto ad un'altra (per rendere il gesto funzionale al movimento successivo) o porsi come quesito il perché scegliere un piede perno in particolare per effettuare la giusta partenza o il miglior passaggio. Questi sono tutti dettagli determinanti per migliorare la qualità dei nostri giocatori e di conseguenza delle collaborazioni e del gioco di squadra.

Adesso andremo ad analizzare alcune situazioni particolari, utili allo sviluppo del passaggio, del palleggio e del tiro, partendo da una necessaria precisazione sulla posizione fondamentale, passando per i dettagli relativi alla presa e alla ricezione della palla fino ad arrivare alla selezione del gesto in riferimento alla capacità di anticipazione in una determinata situazione (“giocare mentre per scegliere prima” utilizzando la visione periferica).

POSIZIONE FONDAMENTALE

Ritengo importante fare una precisazione su quella che credo sia la posizione fondamentale maggiormente funzionale nell’attuale gioco della pallacanestro. Con uno sport sempre più veloce, che richiede l’esecuzione di gesti in tempi brevi e rapidi non credo sia più possibile parlare di posizione di “triplice minaccia”.

In primis in una pallacanestro come detto sempre più rapida e dinamica è difficile trovarsi in una situazione statica. Facciamo riferimento ad un gioco inteso come sport di ricezione e partenze dinamiche, di scelte anticipate prese nel minor tempo possibile. Per questo motivo se osserviamo un giocatore che riceve per effettuare una partenza in palleggio e uno che riceve per tirare, noteremo come sia indispensabile per l’atleta nel momento precedente alla ricezione riconoscere il movimento più efficace da eseguire (area libera-area occupata).

Per partire in palleggio sarà maggiormente funzionale un arresto con una base di appoggio leggermente più “larga” rispetto a quella utilizzata nell’esecuzione di ricezione tiro, in cui l’atleta effettuerà un arresto con una base di appoggio più stretta.

Queste considerazioni nascono in primo luogo dall’osservazione dei giocatori sul campo ed in secondo luogo dall’evidente necessità di essere più o meno reattivi in due gesti che richiedono un comportamento fisico diverso.

Nella prima situazione in riferimento alla partenza, i piedi dovranno prepararsi a muoversi sul campo in modo che potremo definire “orizzontale”, mentre nell’atto di tiro il giocatore dovrà avere una base di appoggio maggiormente funzionale al salto (base più stretta). In sostanza la distanza dei piedi nell’appoggio non risulta essere la stessa nelle due scelte, per questo è indispensabile capire che un gesto non è fine a se stesso ma va incanalato in un contesto di scelte e letture, alla ricerca del movimento più utile, efficace ed economico (Figg. 1, 2).

Partendo da questa considerazione possiamo dire che non esiste una posizione unica per fare tutto, ma esistono movimenti più o meno efficaci rispetto alla situazione. Come riferimento nell’insegnamento della posizione fondamentale preferisco che i ragazzi tengano la palla davanti alla pancia, indicativamente all’altezza dell’ombelico e non su di un fianco, questo per due motivi: il primo perché in questa posizione la palla si trova in un punto equidistante ai suoi possibili movimenti (dal centro a destra, dal centro a sinistra o dal centro verso l’alto per tirare), in secondo luogo perché vogliamo essere sempre aggressivi e tenere il pallone su un fianco non rispecchierebbe questo concetto.

Allo stesso modo dobbiamo far riferimento alle “gambe piegate”. Nella partenza in palleggio le gambe saranno maggiormente piegate rispetto alla situazione in cui il giocatore effettuerà ricezione e tiro, in quest’ultimo caso gli arti inferiori saranno semiflessi (vedi capitolo finale sui dettagli legati al tiro) prima della ricezione. Questa flessione non completa degli arti inferiori precede il successivo “affondo” nel caricamento facendo confluire tutte le forze nella stessa direzione. In sostanza credo che questi dettagli siano determinanti in riferimento alla posizione fondamentale. Come dovrà essere la base di appoggio su un arresto, dove deve essere tenuta la palla in mano e come utilizzare gli arti inferiori saranno tutti elementi determinanti nella formazione tecnico-tattica del giocatore di pallacanestro, in un modello che ha come centralità il concetto di lettura spazio-tempo e collaborazione.

PRESA E RICEZIONE

Altro aspetto fondamentale è la presa della palla. Quando i ragazzi sono piccoli notiamo come, (anche e soprattutto) per deficit di forza ricevono il pallone con dieci dita tenendo le mani dietro lo stesso. È evidente che in fasce piccole questo errore dovuto allo sviluppo fisico va inizialmente concesso, ma quanto prima dovremo insegnare la ricezione con i pollici a T. Questo per due motivi principali, in primo perché con questa scelta avremo degli evidenti vantaggi di tempo nella ricezione e partenza o nella ricezione e tiro (le mani sono già pronte per effettuare il gesto, senza necessitare di tempi morti, ad esempio ruotando le mani sulla palla), in secondo luogo per evitare passi in partenza o effettuare una spinta meno efficace.

Andiamo ad osservare nei dettagli alcune situazioni che seguono in cui la ricezione con lettura anticipata del contesto diventa sinonimo di qualità, funzionalità ed efficienza, tutti elementi determinanti al fine di prendere, mantenere e concretizzare un vantaggio.

DETTAGLI TECNICI IN MERITO ALLA PRESA E RICEZIONE DELLA PALLA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL PASSAGGIO

RIBALTAMENTO DI LATO

Come possiamo osservare nelle Figg. 3, 4, la presa della palla che dovrà essere utilizzata dal giocatore in ala destra per il conseguente ribaltamento di lato (effettuato dall’attaccante per il compagno in ala opposta) dovrà essere la più rapida e funzionale. Per questo motivo nel primo caso dove è presente pressione difensiva sul passatore, oltre all’utilizzo del piede perno sinistro ad aprire, sarà necessario utilizzare un passaggio circolare-laterale con la mano esterna destra, il così detto passaggio ad una mano e mezzo.

In Fig. 3 invece in mancanza di pressione sul passatore sarà più rapido ed efficace utilizzare (sempre con il perno sinistro) un passaggio con la mano sinistra (più veloce in questo contesto) utilizzando la mano con la quale viene ricevuta la palla.

Proprio per questo chi riceve il primo passaggio dovrà riconoscere la distanza dal proprio difensore (si parte dal presupposto che all’ala opposta sia concesso il ribaltamento, se così non fosse entreremo in altre situazioni di lettura, passaggio per favorire il taglio davanti piuttosto che un back door).

Aggiungendo un altro dettaglio potremo osservare come sia indispensabile ricevere con le mani già pronte per eseguire il passaggio successivo senza perdere tempo in rotazioni delle stesse sulla palla, che comporterebbero un ritardo importante nel passaggio ed una conseguente perdita del possibile vantaggio.

Nel primo caso si utilizzerà una ricezione con pollici a T con la mano destra dietro alla palla, quest’ultima verrà spostata da un fianco all’altro e sarà spinta con l’ausilio della mano guida in direzione del compagno. Nel secondo caso invece sarà la mano sinistra ad essere dietro la palla e a spingere. Come detto, ribadiamo che la capacità di anticipazione consente la scelta del gesto maggiormente funzionale: ogni atleta deve avere una “cassetta degli attrezzi” che in questo caso potremmo definire “cassetta dei movimenti” a cui attingere scegliendo il gesto più utile rispetto alla situazione.

ALTO-BASSO

Come possiamo osservare nella Fig. 5, nella situazione di alto-basso riteniamo indispensabile l’utilizzo durante la ricezione della presa della palla con i pollici a T (facciamo riferimento al passaggio tra il giocatore in ala sinistra ed il compagno in post basso sul lato debole che sale in post alto). Il motivo è evidente: non solo per chi riceve sarà possibile passare al giocatore interno che sta giocando “freeze” dentro l’area contro il suo avversario, ma il passatore utilizzando le mani in questo modo (“pronte al movimento successivo”) potrà effettuare un tiro nel caso in cui il suo difensore resti a protezione dell’area per aiutare il compagno impegnato in quel momento a difendere l’1c1 interno senza palla.

RICEZIONE IN POST BASSO

Nella situazione di uscita dal blocco riportata nelle Figg. 7, 8 possiamo osservare l’importanza della visione periferica, della capacità di anticipazione e dell’uso dei piedi negli arresti.

Nella Fig. 6 in particolare vediamo come durante la ricezione, l’attaccante riconoscendo il posizionamento difensivo sul post basso (¾ fondo) debba utilizzare un arresto ad aprire destro-sinistro, movimento più funzionale a “rifornire” il giocatore interno.

Nella Fig. 8 invece il giocatore in uscita dai blocchi durante la ricezione riconosce una difesa ¾ centro sul post basso e di conseguenza opta per un arresto a chiudere sinistro-destro.

In entrambe le situazioni l’aver anticipato la scelta (vedere) comporta una conseguente lettura finalizzata all’utilizzo del fondamentale corretto. Le mani sulla palla dovranno conseguentemente essere disposte in modo da finalizzare il gesto successivo (mano sinistra dietro la palla nella prima situazione e mano destra dietro nella seconda) per prendere e passare il vantaggio nei corretti tempi di gioco.

IL PASSAGGIO AD UNA MANO E MEZZO CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALL’USO CORRETTO DEI PIEDI IN FUNZIONE DEL MOVIMENTO SUCCESSIVO

Quando parliamo di passaggio ad una mano e mezzo facciamo riferimento senza ombra di dubbio ad uno dei passaggi maggiormente utilizzati nel gioco a metà campo: con gambe piegate e reattive viene spostata la palla lateralmente tramite la mano che accompagna il passaggio che si dispone dietro alla palla e la mano di appoggio che accompagna il movimento. La mano di spinta finisce con le dita rivolte verso terra mentre l’arto guida termina il movimento con il palmo aperto verso la mano di spinta. Il passaggio viene seguito con un passo laterale omologo o incrociato in direzione di chi riceve.

Il nostro focus parlando di cura dei dettagli è legato a come vogliamo utilizzare i piedi in modo da essere efficaci nel movimento successivo. La discriminante è legata al giocatore che deve riconoscere se la pressione difensiva consente l’uso del passo omologo o incrociato, lettura necessaria per prendere vantaggio in un gioco senza soluzione di continuità. Se la difesa è molto vicina (Figg. 8, 9) il passo incrociato dell’attaccante durante il passaggio consentirà una continuità vantaggiosa del movimento offensivo: il giocatore tagliando fuori l’avversario effettuerà un conseguente ed efficace taglio davanti.

Nel caso in cui al contrario la pressione difensiva non sia così accentuata (Figg.10, 11) sarà maggiormente funzionale un passo omologo laterale-diagonale in direzione del passaggio. Il motivo è semplice: in questo modo se la difesa salta alla palla (in anticipo), i piedi dell’attaccante saranno già pronti ad eseguire un taglio back-door (spostando il peso del corpo sul piede lato passaggio che diventa la molla di “spinta”, accompagnato da un successivo passo con la gamba opposta), mentre nel caso in cui diversamente il difensore mantenga un atteggiamento statico dopo il passaggio ed il relativo passo laterale omologo il comportamento della difesa “aprirebbe la strada” ad un successivo movimento che consentirebbe di proseguire con un efficace taglio davanti al difensore.  Anche in questo caso il peso del corpo si sposta sul piede che ha effettuato il passo laterale-diagonale lato passaggio, venendo accompagnato dal successivo passo con la gamba opposta per tagliare davanti.

Apro una breve parentesi sullo stesso tipo di passaggio ma da palleggio aperto, in questa situazione dobbiamo sottolineare come risulta determinante riconoscere ed anticipare il momento del passaggio (come esposto precedentemente), in particolare nella situazione in cui l’attaccante sta palleggiando con la mano opposta alla quale dovrà effettuare il passaggio. Se il giocatore ad esempio sta palleggiando con la mano destra ma il passaggio per il compagno è sul lato sinistro del campo sarà necessario in primis riconoscere la situazione (dove è il vantaggio e se il proprio difensore è vicino o lontano). Contemporaneamente se non c’è pressione il passatore dovrà “puntare a terra” l’avampiede della mano che palleggia (perno), portare la palla da un lato all’altro (movimento a pendolo) ed eseguire il passaggio con l’ausilio del passo omologo. In caso contrario, ovvero con il difensore molto aggressivo sulla palla (con reale possibilità di essere tagliato fuori), il peso del corpo si sposterà sull’avampiede sinistro (perno) per effettuare un passaggio incrociando.

DETTAGLI TECNICI IN RELAZIONE AL PALLEGGIO SPINTO ED AL PALLEGGIO IN ARRETRAMENTO

IL PALLEGGIO IN CAMPO APERTO

Vorrei fare una parentesi importante sul palleggio ed in particolare sul palleggio in campo aperto. Prendendo come esempio le situazioni di contropiede all’interno delle esercitazioni è necessario identificare che tipo palleggio utilizzare, perché utilizzarlo e come e quando eseguirlo. È importante capire come le discriminanti di spazio e tempo risultino determinanti nella scelta del tipo di palleggio da utilizzare.

Nella Fig. 8 che segue riporto un esercizio di campo aperto utile per aiutare il giocatore a scegliere che palleggio utilizzare in base allo spazio: un’esercitazione di lettura dove l’atleta dovrà riconoscere quale tipo di palleggio sarà maggiormente efficace per correre e segnare. Come potete osservare dalle Figg. 12, 13 i due giocatori partono negli angoli della metà campo con un pallone e correndo uno in contro all’altro si passano la palla. Al via dell’allenatore chi ha il pallone sprinta a canestro per andare a segnare. È evidente che se la distanza tra i due giocatori è ampia al momento dello start dato dal coach il palleggio più funzionale al contesto sarà quello alternato perché piu veloce, mentre nel caso in cui chi difende al via si trovi vicino all’attaccante con palla diventerà indispensabile per quest’ultimo utilizzare il palleggio con la sola mano esterna lontana dalla difesa in recupero.

IL PALLEGGIO IN ARRETRAMENTO - IL CONTROLLO DEL CORPO

In questa breve parentesi voglio fare riferimento al palleggio in arretramento: fondamentale cui dovremmo dare più rilievo a mio avviso. Un elemento che fa la differenza nella pallacanestro moderna, giocata ad alta velocità è senza dubbio la capacità di decelerare e controllare il corpo in movimento e in situazione di “frenata”. Riconoscere la situazione e giocare in controllo risultano elementi determinanti nel miglioramento e nella formazione dell’atleta.

Come possiamo vedere nella Fig.1 4 il giocatore in ala effettua una partenza in palleggio ma riconosce che l’area è occupata dal taglio del compagno, vedendo la situazione decide “in controllo” di arretrare in palleggio per dilatare gli spazi, in modo da ritrovarsi in una spaziatura offensiva che consenta nuovamente la possibilità di continuare a giocare e di prendere un nuovo vantaggio. L’idea dell’attaccante sarà scivolare indietreggiando con i piedi che si muovono rapidamente e con il braccio opposto alla mano che palleggia che protegge la palla. Gli occhi saranno pronti a vedere il gioco ed il palleggio sarà all’altezza del ginocchio. L’uso del termine “vedere” non è casuale, in quanto l’attaccante dovrà riconoscere la situazione nelle sue possibili variabili. Non basta tenere la testa alta o guardare. L’attaccante dovrà essere allenato con esercitazioni, a riconoscere durante l’arretramento successive situazioni variabili ed impreviste.

Fine prima parte.

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Postato da Gabriele Pardini

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Allenatore Nazionale, Istruttore Nazionale Minibasket, FIBA Coach e componente del CNA regionale Toscana.
Esperienza come responsabile di settore giovanile e Minibasket.
In categorie Senior capo allenatore dalla serie C SILVER e GOLD fino alla serie B.