Strumenti per il primo approccio allo Scouting

Consigli e osservazioni per aiutare la valutazione di un giocatore
Strumenti per il primo approccio allo Scouting

Quando cominciai a pensare allo scouting, da ragazzino giocatore (scarso), associavo elementi molto astratti alla materia, dando risalto a quello che solitamente piace più al tifoso, al consumatore distratto che all’addetto ai lavori, ovvero al gesto tecnico in quanto tale.

Già dalla mia prima esperienza professionale però, con colui grazie al quale ho avuto la prima chance e che considero tuttora un punto di riferimento per la valutazione dei giocatori, ovvero Marco Crespi, capii che lo scouting è un vero e proprio universo, allo stesso tempo stimolante e complesso. 

Proviamo a tracciarne qualche linea guida, cercando di dare qualche idea molto pratica.

Database, perchè sì

Normalmente mi approccio allo studio di un giocatore e alla visione di una partita sapendo collocare innanzitutto il nostro obiettivo dentro la stagione: in che momento si trova la sua squadra? I risultati sono positivi o negativi? La condizione fisica generale è buona? Che giocatori posso trovare nelle altre squadre che abbiano lo stesso stile di pallacanestro?

Per rispondere a questi quesiti, il controllo d'insieme di quello che succede nelle varie leghe è essenziale: raccolta di informazioni, lettura di tabellini e resoconti giornalistici, telefonate con addetti ai lavori che vedono dal vivo quotidianamente quello di cui vogliamo creare un profilo valutativo.

In ordine sparso, sono questi gli ingredienti essenziali: non stanchiamoci mai di reperire e approfondire info.

Essenziale, come primo passaggio, è la costruzione di un nostro database. Se vogliamo affrontare una stagione nella quale dovremo prendere una quantità importante di appunti e info su diversi giocatori, saper catalogare e organizzare diventa fondamentale. Mettiamoci quello che più ci aggrada, dai dati biometrici classici alla provenienza, passando per qualche statistica o un link che rimandi a tali informazioni, senza ovviamente dimenticare lo spazio per raccogliere le nostre note di volta in volta, ed eventualmente qualche clip che confermi le nostre impressione.

Il nostro obiettivo deve essere quello di poter risalire successivamente con facilità a un giocatore in particolare, riuscendo a estrapolare ciò che ci serve per costruire un report dettagliato quando ci sarà la necessità.

Lo scouting report, gli appunti

Partiamo da un concetto: pensare di definire nel 2021 un giocatore con la dicitura "guardia", "ala grande", o 1, 3 o 5 mi pare definitivamente superata. Quello che più interessa è una fotografia del giocatore, cercando di esplicitarla in una o due definizioni

Un esercizio divertente, che con la pratica ci verrà anche abbastanza facile (dico "abbastanza" perchè essere troppo netti o sicuri di sè nelle valutazioni è sempre pericoloso): cerchiamo di identificare se il giocatore innanzitutto è un ball handler o gioca lontano dalla palla, e se agisce sul perimetro o preferisce l'area.

Le macrodefinizioni potrebbero essere handler, off ball player, stretch big e inside player. A loro volta, queste parole scritte sul nostro foglio, danno origine ad altre domande, e questo è il succo dello scouting, almeno per me.
Un esempio: se il nostro giocatore ama avere la palla in mano, va definito handler; da questo momento bisogna capire se è un primary handler, ovvero se organizza la squadra e gestisce i set iniziandoli o se altrimenti è un secondary handler, un'alternativa al palleggiatore primario e al suo meglio nel gestire i P/R dopo ribaltamento, per chiudere il possesso e solo saltuariamente cominciando i giochi.
Facciamoci sempre domande su cosa il giocatore SA fare, per definirlo: una risposta ai quesiti sopra ci darà una prima scrematura più interessante piuttosto che decidere se il ragazzo è una PG o SF.

Solitamente io imposto i miei appunti inserendo prima un outlook con info generali di rilievo - ad esempio se l'anno prima ha ottenuto qualcosa di particolare, o se ci sono dati interessanti su caratteristiche fisiche o tecniche - e un primo check tecnico atletico: 
- il giocatore è un atleta? verticale, esplosivo o nulla di tutto questo?
- qual è il suo comfort game? cosa mi viene in mente pensando a lui come primo flash?

Spesso questa parte verrà facile inserirla successivamente al corpo centrale degli appunti.

A seguire, amo inserire quello che vedo in attacco (elementi positivi, negativi) e quello che rilevo in difesa (positivo, negativo). Questa è la sostanza vera e propria delle nostre note. Mi piace ricordare che nello scouting, a differenza dell'advance scouting che i nostri allenatori preparano in previsione di uno scontro diretto, sarà meno interessante cercare di cogliere cosa può mettere in difficoltà il ragazzo la Domenica successiva, mentre si soffermerà più attentamente sullo sviluppo di una skill nei mesi seguenti di un giocatore, portandoci a osservarlo più di una volta nel tempo. 

Per fare un esempio pratico: il giocatore mono-mano, che utilizza solo la destra, va segnalato in tal senso. Un allenatore direbbe "forziamolo a sinistra!!!", noi scout dobbiamo invece chiederci se il giocatore ha margine per imparare a usare la mano debole oppure no (è un lavoratore? Qual è stato il suo punto di partenza?).
Non solo, domandiamoci se il giocatore ha un grado di efficacia già interessante pur nella condizione attuale!

La meccanica di tiro di John Shurna è un colpo al cuore per ogni purista, ma in termini di efficacia nessun dubbio visto che in carriera viaggia intorno al 40% al tiro da 3 punti.

Personalmente, infine, ritengo molto importante stabilire se il nostro osservato è un giocatore clutch, decisivo quando la palla scotta, oppure no. E' un concetto ancora sottovalutato, ma credo sia fondamentale per stabilire se il soggetto mi dà garanzie nei finali di partita oppure no. Negli ultimi quarti o comunque nei break decisivi della gara lui c'è, è protagonista, oppure è un giocatore diverso? Lo porterei con me in battaglia?

Live scouting/video scouting

Va da sé che si tratta di due attività molto diverse, con connotazioni ben precise.

Ovviamente la visione dal vivo, ove possibile, va sempre preferita, perché ci dà la possibilità di vivere l'atmosfera e la visione d'insieme del contesto nel quale il giocatore opera: il pubblico, i compagni, gli avversari, gli arbitri, la tensione e i comportamenti conseguenti sono impagabili da carpire a pochi metri di distanza. Così come è doveroso cogliere le reazioni durante il timeout, o studiare il prepartita del suddetto.
Non a caso ho sempre sentito da scout più bravi di me dire che un buon osservatore arriva al palazzetto per primo e va via per ultimo; mai come in queste occasioni c'è la possibilità di incontrare addetti ai lavori che ci potrebbero fornire info dirette.
Cerchiamo inoltre di sederci sul lato lungo, non troppo in alto ma neanche troppo vicino al campo. La miglior postazione (anche questa trasmessa da chi è più bravo di me) è idealmente da qualche parte in tribuna, in basso, sul prolungamento della linea del tiro libero.

Analizzare un giocatore al video invece è un esercizio meccanico, che ci lascia soli con noi stessi e con tutto quello che ne consegue: organizzazione e responsabilità individuale di programmare ed eseguire sono infatti essenziali. Soprattutto non va perso "il ritmo", dobbiamo imparare a scoprire quante partite possiamo analizzare in una settimana e cerchiamo di ripeterlo costantemente. Cerchiamo di sfruttare l'assenza degli impedimenti logistici che troveremmo durante un viaggio per lavorare con più intensità.

Anche gli strumenti tecnologici, la possibilità di guardare e riguardare singoli frammenti di gioco, vanno sfruttati a dovere. Un giocatore che ci sembra un pessimo passatore dal post basso, ad esempio potrebbe rivelarsi a un secondo sguardo un discreto passatore che ha piuttosto difficoltà a tenere fisicamente la posizione, il che influenza in negativo il gesto tecnico; tutto questo va analizzato e rivisto quanto più possibile per farsi una solida idea.

Per chi sto scoutizzando?

Sembrerà banale ma a qualsiasi livello, dalle Minors allo scouting NBA, chiunque si approccia alla materia deve per prima cosa avere ben chiaro cosa e chi sta rapprensentando in quel momento: un Club? un Agente? oppure sé stesso, in quanto freelance?

Cercare di avere ben chiara la cultura (ovvero il pensiero comune) che spinge qualcuno ad affidarmi lo scouting restringe o amplia il mio cerchio che devo valutare, analizzare, approfondire: ci accorgeremo che condividere un'idea di basket comune con chi è dalla nostra parte nella ricerca del fit giusto rafforza e facilita la ricerca stessa. In automatico andrò ad eliminare una serie di giocatori che rappresentano qualcosa di poco funzionale al nostro sistema

Un altro esempio pratico: cerchiamo di avere ben chiaro in testa se per noi i lunghi sono da vedere tutti a prescindere, o se abbiamo un'intolleranza a un certo attributo particolare: ci interessa il post basso del lungo? Quanto è importante un buon bloccante? Preferiamo avere un giocatore versatile ma meno prestante, che ci dà mobilità ma meno punti di riferimento? Esistono esempi di scout che NON cercano appositamente (e quindi non scoutizzano) big men di post basso, perchè sanno che non potrebbero proporli al proprio club.
Il che non vuol dire non conoscere i lunghi che giocano spalle a canestro che possono essere inseriti nel nostro campionato, ma ovviamente vanno analizzati diversamente da quelli che invece assomigliano di più al nostro identikit.

Scoutizzare per noi stessi, infine, richiede una ferrea autodisciplina: molti campionati da seguire, giocatori di differente fasce, pochi punti di riferimento. D'altra parte, molta libertà nello scegliere di vedere ciò' che ci interessa, approfondire a nostro piacimento, arricchiranno il nostro bagaglio di conoscenze della pallacanestro.

Nella mia esperienza ho conosciuto scout che erano ex allenatori, ex dirigenti, ex agenti, ex medici sportivi, ex giornalisti, ex giocatori, ex tifosi. Lo scouting è una vocazione dentro una passione, perché è una sorta di forma mentis che ti porta a osservare il talento e cercarlo all'interno di un ambiente che ama le etichette e le classificazioni. Il talento stesso, a sua volta, per essere colto e assaporato in tempo ed interamente, va analizzato e "gustato" con tutti gli strumenti possibili. Tutti gli attori della pallacanestro possono portare un mattone importante nella ricerca del giocatore che fa per noi, mettendo assieme le varie mentalità.

Non esiste una figura che non possa diventare scout, sicuramente il requisito fondamentale è quello di essere open minded e: viaggiare, parlare, vedere, confrontare.

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Postato da Marco De Benedetto

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Piemontese classe '83, dopo aver frequentato Scienze Della Comunicazione all'Università di Torino e aver cominciato ad allenare in settori giovanili nella Provincia di Torino, utilizza la prima chance a livello professionistico per entrare nello staff della Junior Casale nel 2009. Quattro anni intensi, comprendenti diversi ruoli, da "tuttofare" a Responsabile Scouting, per la prima volta, passando per Dirigente del Settore Giovanile, culminati con la promozione in serie A nel 2011 ma anche cinque Finali Nazionali Giovanili (U19, U15 e U14).

Nel 2013 entra nello staff tecnico dell Pallacanestro Lucca in A2, con mansioni di supervisione allo scouting e Assistente Allenatore della prima Squadra, esperienza purtroppo conclusasi col fallimento del cub nella primavera 2014.

La stagione successiva ritorno in Piemonte nell'Auxilium-PMS Torino, con cui, sempre come Assistente Allenatore, centra un'altra promozione in serie A. Dal 2015 diventa Team Manager e Responsabile Scouting della Prima Squadra Auxilium, battezzando il ritorno in serie A e cominciando attivamente ad essere coinvolto nella costruzione della squadra. Un'avventura che termina solo nel 2018, e che comprende, con la carica di  Dirigente Responsabile Prima Squadra, una indimenticabile Coppa Italia nel 2018 e una qualificazione al secondo turno di Eurocup.

Nel 2018-19 il passaggio, per le successive due stagioni, alla Pallacanestro Trieste, col ruolo di Team Manager e Direttore Sportivo, riuscendo a centrare i PO di serie A da neopromossi.

Attualmente, si occupa di consulenze di Scouting Internazionale e di mercato come Freelance.