L'importanza del minibasket per il basket senior di domani

Una programmazione a lungo termine per creare “giocatori pensanti”.
L'importanza del minibasket per il basket senior di domani

Quante volte sentiamo dire: “Nella pallacanestro moderna bisogna avere giocatori intelligenti che sappiano leggere rapidamente il vantaggio e i nostri ragazzi non riescono a farlo” oppure “i giovani di oggi non sono più quelli di prima, non riescono a stare attenti e concentrati”.

Al di là delle frasi fatte, nessuno può mettere in dubbio che negli ultimi 30 anni ci siano stati grandissimi cambiamenti sia nel gioco che nella società; è facile guardarsi indietro in modo nostalgico e scaricare la colpa ai ragazzi di oggi quando spesso il modo e la metodologia di allenamento si sono arenati su dogmi passati, senza pensare che forse il “dito” deve essere puntato contro noi allenatori e istruttori, che dobbiamo cercare di “battere” questi cambiamenti.

Questo può sembrare incredibilmente difficile o molto scontato, a seconda del punto di vista da quale osserviamo la cosa, ma su questo vorrei fare una breve riflessione. 

Se pensiamo al nostro giocatore IDEALE prendo a riferimento le parole del nostro responsabile delle squadre Nazionali Andrea Capobianco:

E’ un Giocatore/Uomo AUTONOMO, capace di affrontare (RESPONSABILITA’) e di risolvere le situazioni di gioco nell’interesse della squadra (COLLABORATIVO), con l’ausilio dei fondamentali (tecnici e tattici): giocatori che sappiano giocare.

Troppo spesso quello che vorremmo si distacca però da come in realtà alleniamo e da un processo di crescita e di insegnamento INTEGRATO per i nostri ragazzi, che deve partire dal minibasket

Se pensiamo a un Minibasket, dove i bambini sono dei meri esecutori, mossi da “fili invisibili” da parte dell’istruttore, perdiamo la possibilità di sviluppare delle CAPACITA’ che serviranno ai giocatori senior di domani, e che quando arriveranno alla fine del loro percorso giovanile, non saranno più capaci di recuperare. 

Le FUNZIONI COGNITIVE, quindi l’ATTENZIONE, PERCEZIONE, MEMORIA; e le FUNZIONI ESECUTIVE, presa di DECISIONE, INIBIRE, CORREZIONE E ESECUZIONE DEL MOVIMENTO e l’AZIONE.

Sono tutte capacità che sono fondamentali e che devono essere sviluppate e migliorate nel tempo, grazie alla metodologia che utilizziamo durante l’allenamento e che i ragazzi sviluppano nell’età in cui giocano a Minibasket. 

Mi spiego meglio, facendo un esempio pratico di come dovremmo lavorare e pensare a un allenamento di Minibasket “UTILE” a creare il giocatore IDEALE, citato prima.

Durante la fase di attivazione di un allenamento Minibasket, se utilizziamo tante variabili, cerchiamo di sviluppare le FUNZIONI COGNITIVE di ATTENZIONE, PERCEZIONE e MEMORIA; nelle fasi centrali dell’allenamento utilizzando i giochi di POTERE; utilizziamo maggiormente le FUNZIONI ESECUTIVE (PRESA DI DECISIONE, perché è il bambino a decidere quando partire e per questo deve leggere un tempo; INIBIZIONE quindi deve aspettare prima di eseguire), aumentando la complessità degli esercizi grazie alle variabili di spazio e di tempo.

Quando metto in atto la PARTITA semplicemente non alzo “la palla a due”, ma continuo a lavorare sulle funzioni cognitive ATTENZIONE, PERCEZIONE E MEMORIA; sulle dimensioni di SPAZIO e TEMPO (a seconda della metodologia in cui svolgo la partita); e tanto sulle FUNZIONI ESECUTIVE: PRESA DI DECISIONE, INIBIZIONE, REGOLAZIONE DEL MOVIMENTO, AZIONE, CORREZIONE (che è quella interna da parte del bambino, no esterna da parte dell’allenatore).

Quindi l’idea è quella di creare sempre durante tutta la durata dell’attività delle situazioni-problema in cui il soggetto debba sempre lavorare CONSTANTEMENTE con la MENTE su QUELLO CHE FA, PERCHE’ LO FA E COME LO FA.

Il percorso da fare è lungo ma è da guardare nell’intera totalità: parte dai 5/8 anni e fino ad arrivare all’approdo nelle squadre senior; lavorando con una PROGRAMMAZIONE che dev’essere il frutto di un lavoro in sintonia tra le parti interessate, tenendo sempre a mente l’idea di un progetto a lunga scadenza; non soffermandosi sul presente e su risposte di breve scadenza, ma pensando che un buon lavoro oggi può portare a ragazzi e atleti migliori un domani.

Per questo senza retorica, dobbiamo parlare di INTEGRAZIONE, dove minibasket, basket giovanile e senior, sono parti di una totalità e non mondi distinti.

Facciamo un esempio concreto di come dobbiamo avere una visione d’insieme del percorso da effettuare senza affrettare o scavalcare i passaggi che devono essere compiuti correttamente: 

IL PALLEGGIO

  • a 5/8 anni: il deve allenarsi sul GUARDARE, scoprendo la palla e il palleggio (alto/basso/lento/veloce ecc.);
  • a 8/10 anni: deve GUARDARE per LEGGERE, palleggiando e imparando a cambiare mano e direzione;
  • a 11/12 anni: LEGGERE le SITUAZIONI e utilizzare il palleggio per risolvere i problemi di gioco;
  • a 13/15 anni: deve saper leggere le situazioni per PRENDERE MANTENERE e CONCRETIZZARE i VANTAGGI; utilizzando il palleggio per prendere un vantaggio;
  • a 16/19 anni: l’atleta deve leggere per PRENDERE, MANTENERE e CONCRETIZZARE i vantaggi, utilizzando il palleggio per prendere un vantaggio nelle SITUAZIONI PIU’ COMPLESSE (es. pick and roll);
  • SENIOR: deve saper giocare.

Quindi, avere l’idea di un percorso unico diventa FONDAMENTALE, e considerare minibasket, basket giovanile e senior, come parti di una totalità e non come mondi distinti, permetterà di lavorare in modo certamente, MIGLIORE.

“Quando una cosa è negativa, tienila per te; quando è positiva, condividila.
Osho
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Postato da Gianluca Sciatti

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32 anni nato a Pistoia, Istruttore Nazionale Minibasket e Allenatore di Base.
Da sette anni assistente nei vari campionati minors di D e C, prima ad Agliana e poi a Quarrata.
Segni particolari: “la basketmania”.