Idea di attacco in transizione per categoria Under 16
Sviluppare un attacco in transizione basato sul concetto di "read & react"In un contesto di estremo dinamismo che ha cambiato i paradigmi del Gioco, il concetto di transizione offensiva ha assunto negli ultimi anni sempre maggior risalto, non solo come una semplice transumanza dalla fase difensiva a quella offensiva ma come un vero e proprio sistema organizzato che permette agli attacchi di legare gli aspetti del gioco del contropiede a quelli dell’attacco a metà campo in un continuo e costante flusso di gioco senza interruzioni.
Leggendo e ascoltando vari allenatori italiani che sono entrati in contatto con i colleghi della NBA, tutti sono rimasti affascinati dall’ossessiva enfasi che hanno oltreoceano per il “transition offense” che permette ai coach a stelle e strisce di sviluppare il proprio gioco direttamente dalla corsa. Coach Gregg Popovich in questo senso ha fatto scuola e alcuni tra gli allenatori NBA passati sotto la su egida, Bud Budenholzer su tutti, hanno elevato ad arte il concetto di gioco in transizione che si fonde con la Motion Offense, declinandolo alle più disparate filosofie di gioco.
Giocare in transizione è un’arma molto potente che permette di tenere sotto scacco in modo continuativo la difesa nel momento in cui è più vulnerabile, ovvero mentre deve ancora schierarsi del tutto o si sente in sicurezza dopo aver sventato la prima ondata di un contropiede. Inoltre permette all’attacco di ottimizzare i tempi ed essere perennemente in "attack mode". E’ per questo motivi che avere un gioco in transizione organizzato e decodificato dovrebbe essere una delle priorità di ogni allenatore nel momento in cui inizia a costruire l'attacco.
Quella che mi appresto a delucidare è un’idea di transizione che sto sviluppando per un gruppo Under 16. Per praticità l'ho divisa in tre fasi, che partono dal momento della fatidica apertura, al momento della ricerca del gioco in velocità ed infine allo sviluppo del gioco a metà campo direttamente dalla corsa in un susseguirsi di scenari che si evolvono come una storia a bivi, in cui una scelta fatta in precedenza ha effetti a cascata sulle scelte future, per essere imprevedibili in primis anche contro le difese più organizzata, poi per formare giocatori “pensanti” lavorando sulla loro capacità e tempestività di scelta.
Premessa importante: questa transizione combacia perfettamente quella che è la nostra filosofia di gioco, i principi su cui si fonda ed i fondamentali offensivi che vogliamo potenziare. Ogni allenatore deve calibrare la sua proposta in base al proprio credo, al materiale a disposizione, ai concetti di gioco che vuol portare avanti.
Inoltre nella nostra idea di pallacanestro, per scelta e per necessità, vogliamo che tutti i giocatori siano in grado di giocare più di una posizione, apprendere come muoversi sia sul perimetro che in nei pressi dell’area. Nella nostra transizione offensiva quindi abbiamo 5 giocatori intercambiabili, che occupano 4 posizioni perimetrali ed un solo giocatore interno, non necessariamente un lungo, che dopo aver corso tutto campo si posizione in post basso sul lato debole. Il "framework" da cui portiamo fa riferimento alla Dribble Drive Motion Offense.
Prima fase della transizione
Nel momento in cui otteniamo il possesso del pallone diamo indicazioni ai giocatori più lontani di correre sulle corsie laterali fino in angolo, mentre i due giocatori più vicini alla palla si abbassano per dare due aperture.
E’ in questo momento che si presentano i primi interrogativi la cui soluzione definisce come si svilupperà la transizione:
Chi recupera il possesso del pallone?
Se a prendere il possesso del pallone è un giocatore che non ha spiccate proprietà di palleggio, oppure è pressato e non può partire in palleggio vogliamo cercare un’apertura rapida per iniziare a spingere la manovra.
Se invece il pallone viene recuperato da un giocatore che può portare palla ed a spazio per mettere palla a terra, noi di principio vogliamo bypassare il passaggio di apertura per essere più veloci possibili nella ripartenza.
Cosa succede in caso di apertura o conduzione senza apertura?
Se un giocatore, qualunque ruolo ricopra e qualunque sia la sua dimensione fisica, fa apertura diventa primo rimorchio ovvero il giocatore deputato a sprintare da canestro a canestro per giocare 1c1 senza palla.
Se non c’è apertura il primo rimorchio diventa il giocatore più avanzato tra quelli che non corrono in angolo. La stessa regola la applichiamo da palla ferma e a canestro subito con l’ulteriore indicazione che la rimessa deve essere fatta possibilmente da un giocatore in grado di trattare il pallone e a prendere le aperture devono esserci preferibilmente altri due trattatori di palla.
Seconda fase della transizione
Stabiliti i compiti dei giocatori coinvolti nella prima fase della transizione organizziamo in modo organico e rapido la nostra discesa verso la metà campo offensiva.
In questa fase centrale la priorità è quella di riconoscere eventuali sovrannumeri - 3c2 o 2c1 in divenire - quindi mandare il più velocemente possibile la palla avanti, preferibilmente in ala e prima di passare la metà campo, attaccando l’eventuale vantaggio numerico che si crea con un taglio a incrociare del giocatore dell’ala opposta e con un dai e vai a tutto campo del giocatore che ha passato palla. Il primo rimorchio corre sulla corsia centrale cercando di prendere posizione profonda fin sotto canestro per ricevere oppure liberare lo spazio mentre l’ultimo giocatore arriva in guardia sul lato opposto alla palla.
Se non riusciamo a far avanzare il pallone con passaggi allora l’obiettivo è iniziare a impegnare la difesa da subito in palleggio, prendere velocità, e attaccare 1c1 in spazi molto larghi, sempre a testa rigorosamente alta.
Terza fase della transizione
Se anche in questa seconda fase non siamo riusciti a creare nessun tipo di vantaggio si inizia a entrare nei meccanismi di gioco a metà campo, con il giocatore in guardia opposta, che noi chiamiamo secondo rimorchio, che va a bloccare la palla dalla corsa - ovvero giochiamo quello che in gergo si chiama “drag screen” - ed in base alla lettura della difesa ed alle proprie caratteristiche ha due letture da fare: rollare a canestro o fare pop sul perimetro.
Queste due letture portano i compagni a due tipi di collaborazioni diverse: in caso di pick & roll il primo rimorchio, anche qui in base a caratteristiche tecniche o fisiche (ricordiamo che il primo rimorchio può essere anche un esterno puro) si schiaccia sulla linea di fondo oppure si allarga in angolo per creare spazio alla rollata, mentre il giocatore in angolo lato forte, che durante il pick & roll diventa debole, sale a fare la sponda.
In caso di pick & pop sul perimetro il giocatore in angolo lato debole non sale ma resta spaziato in angolo (con libertà di tagliare backdoor o a canestro giocando dietro la difesa), il “poppante” diventa la sponda mentre il primo rimorchio effettua un taglio flash dentro l’area per fare “seal” (ovvero sigillare il difensore) e rubare spazio interno. Il “seal” ha anche la doppia valenza di essere un tagliafuori offensivo in caso di penetrazione del giocatore che attacca il pick & roll da palleggio.
In linea di massima contiamo di concludere le tre fasi della transizione in una dozzina, massimo quindici secondi circa, innescare un qualche tipo di vantaggio perimetrale o interno e giocare su di esso per portarlo a compimento con un buon tiro nei restanti secondi dell’azione: la lettura del vantaggio acquisito e il mantenimento delle corrette spaziature è quello che vogliamo insegnare prima di ogni altra cosa ai nostri giocatori quando parliamo di attacco.
Criticità
La criticità centrale della nostra transizione è la corsa del primo rimorchio: se non sprinta o è in ritardo c’è il serio rischio di mandare a monte ogni altra collaborazione. E’ necessario lavorare giornalmente per ricordare al primo rimorchio l’importanza del compito che svolge e ricompensare il suo “sacrificio” facendolo sentire importante e provando a rubare il maggior numero di canestri dal suo 1c1 tutto campo senza palla, che vi assicuro a livello Under 16 possono essere tanti. In casi di estrema emergenza, con il primo rimorchio completamente in ritardo ed impossibilità a raggiungere la sua posizione in tempi relativamente brevi, alleniamo i ragazzi a trovare una soluzione logica al problema, magari cambiando in corsa il primo rimorchio previa lettura, per non fermare mai il gioco.
La seconda criticità che dobbiamo risolvere è abituare i nostri ragazzi a riconoscere velocemente eventuali sovrannumeri prima della metà campo. E’ pazzesco il numero di 3c2 e 2c1 che vengono buttati via perchè abusiamo del palleggio o non ci rendiamo conto di quello che accade davanti a noi perchè guardiamo nella direzione sbagliata. Porto ai ragazzi costantemente l’esempio di Stephen Curry, il cui tiro da fuori sdoganato dagli highlights è solo la punta dell’iceberg di un giocatore che fa della semplicità e concretezza nelle piccole cose il suo reale punto di forza. Una delle quali è avere sempre la testa alta per leggere eventuali sovrannumeri che possono portare a un canestro facile.
Altra criticità che si può creare è il tempismo e la spaziatura del “drag screen”.
il secondo rimorchio, deve capire/leggere se il blocco sulla palla è necessario o no ed il punto ideale in cui portarlo è indicativamente tra il gomito del tiro libero e la campana della lunetta per avere spazio necessario a fare sia il pop che il roll e altre letture connesse al comportamento della difesa.
Inoltre per nostra scelta il pick & roll non necessariamente è il classico e canonico gioco a due tra piccolo e lungo. La nostra idea è, laddove non sia stato creato un vantaggio durante la discesa in fase offensiva, permettere di crearne uno nel modo più dinamico possibile anche se tra pari ruolo. In questo senso alleniamo i nostri giocatori a reagire velocemente e senza indugio, lavorando sulle variazione di ritmo e di velocità, sulle hesitation e finte di blocco per indurre la difesa a sbagliare, difettare di comunicazione, ecc....
Punti di forza
Con pochi movimenti programmati e una manciata di semplici regole riusciamo a correre in attacco in modo efficace offrendo al contempo ai nostri giocatori la massima libertà di movimento iniziando a introdurre nel giocato i primi concetti di “read and react”.
In questo attacco in transizione sono presenti anche elementi di gioco moderni come il pick & roll, “drag”, “seal”, gli “handoff”, che i nostri Under 16 saranno sicuramente chiamati a giocare tra qualche anno da senior, inoltre ci permette di sviluppare i “nuovi fondamentali” della pallacanestro come le partenze dinamiche, l’uso del passo zero oltre ai tiri in corsa con contatto o il palleggio-arresto-tiro, senza tralasciare l’uso del corpo e del piede perno per giocare in post basso - per il "seal" - , sviluppando in aggiunta il gioco senza palla, rigorosamente da lettura e mai fine a se stesso.
Inserire nuove opzioni per la transizione
Il nostro è un sistema di gioco aperto, che possiamo strutturare inserendo ulteriori opzioni e movimenti con l’idea di ampliare il ventaglio di soluzioni che i nostri giocatori possono sfruttare.
Usando come base di partenza immutabile la prima e la seconda fase, nella terza fase possiamo prevedere, oltre al pick & roll verso il centro, anche la scelta di un pick & roll verso il fondo, portato dal giocatore in angolo su lato forte.
Se viene sfruttato il pick & roll verso il fondo, in gergo “step-up pick & roll”, anche qui il bloccante offriamo due letture da fare in base al comportamento della difesa e/o caratteristiche proprie, con conseguenti collaborazioni degli altri giocatori non coinvolti direttamente nel gioco a due.
Oppure se vogliamo generare una situazione di mismatch facciamo partire un blocco a scendere del secondo rimorchio per il primo rimorchio con doppia opzione (e conseguente collaborazione in opposto) per bloccato e bloccante. Qualora non si concretizzasse nessuno tipo di vantaggio il bloccato/primo rimorchio continua la corsa per portare un blocco sulla palla mentre il bloccante libera l’area in uno dei due angoli.
Non disdegnamo nemmeno l’utilizzo degli handoff, un’arma tattica molto spesso sottovalutata ed eseguita con superficialità ma estremamente potente se utilizzata con la giusta tecnica e per attaccare il canestro.
L’handoff è un fondamentalmente che può rendere pericoloso chi lo fa - o fa finta di farlo - e chi lo sfrutta perchè molto spesso viene trattato dalle difese come un blocco lontano dalla palla e non come una tipologia di pick & roll qual’è.
Quello di rendere autonomi nella scelte e nelle letture i nostri giocatori riteniamo sia la strada giusta e più formativa per avvicinarli “alla pallacanestro dei grandi” iniziando a dar loro strumenti tecnici e tattici e principi di gioco attuali e sempre più evoluti, utili al loro processo di crescita e all’ampliamento del loro bagaglio cestistico.
Postato da David Breschi
Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.