Guida alla Flex Offense
Alla scoperta del Flex Cut e del blocco al bloccante di uno degli attacchi più conosciuti.Uno degli attacchi più conosciuti e diffusi a livello globale è la Flex Offense, sistema di gioco i cui natali risalgono a fine anni 60 quando Tom Davis coach di Maryland - prendendo spunto dalla "Reverse Action" di Pete Newell che negli anni 50 vinse un titolo NCAA a California e un titolo olimpico con la nazionale USA - ideò un sistema di gioco chiamato "Regular".
Era una versione ancora molto acerba dell'attacco Flex che deve il suo sviluppo odierno a Carroll Williams coach di Santa Clara negli anni 70, poi divenuto mainstream grazie dal suo assistente Dan Fitzgerald quando divenne head coach a Gonzaga e di lì partito alla conquista del mondo cestistico.
All'inizio coach Williams chiamò il suo attacco "Rigid Offense" perchè l'unica soluzione di tiro permessa nella sua continuità offensiva era il tiro da sotto, poi si "addolcì" e iniziò a dare più libertà ai suoi giocatori consentendo il tiro da ogni posizione, ridefinendo il suo attacco "Flex Offense".
Nel corso degli ultimi cinquant'anni sono stati migliaia i coach che hanno usato i precetti della Flex Offense per le loro squadre: tra i coach più famosi a utilizzare la Flex Offense troviamo leggende come Jerry Sloan e Bo Ryan e una lunga schiera di allenatori che grazie alla Flex hanno costruito squadre vincenti a livello NCAA come Gary Williams a Maryland (discepolo di Tom Davis) nel 2002 e a livello NBA come Doc Rivers ai Boston Celtics e Rick Carlisle ai Dallas Mavericks.
Nel libro “Più di un gioco” Phil Jackson ha ammesso che prima incontrare Tex Winter e rimanere folgorato dalla Triple Post Offense, il sistema di gioco che utilizzava per gli Albany Patrons (squadra con la quale il coach campione di 11 anelli NBA vinse anche un titolo CBA all’inizio della sua carriera) era proprio l’attacco Flex, ideale per la sua naturale predisposizione all’altruismo.
La Flex Offense è forse l’attacco più conosciuto tra le cosiddette continuità offensive, ovvero attacchi che seguono un pattern prestabilito di movimenti, tagli, blocchi, passaggi innescati da continui ribaltamenti di lato.
E’ un attacco in cui l’esecuzione e la precisione dei movimenti sono determinanti e in cui tutti e cinque i giocatori in campo devono saper giocare in ogni posizione, senza ruoli prestabiliti.
E’ inoltre un attacco che permette di:
- Avere grande movimento di palla e di uomini perchè tutti e cinque i giocatori in campo sono chiamati a tagliare, bloccare, passarsi il pallone.
- Insegnare l’uso dei blocchi lontano dalla palla (tecnica del bloccante, tecnica del bloccato, tecnica del passatore, lettura della difesa).
- Produrre un flusso di gioco senza fine in cui trovare ordine e stabilità.
- Sviluppare la capacità di giocare insieme essendo un gioco incentrato sul passaggio e che quindi coinvolge tutti i giocatori.
- Offrire una moltitudine di soluzioni di tiro nei pressi del canestro e dai gomiti alti della zona, ed ogni passaggio dell’attacco permette di creare una di queste due soluzioni.
- Essendo un gioco che non richiede ruoli, è particolarmente adatto per quelle squadre che difettano di lunghi veri ma che abbondano di tiratori.
- E dato che non sono previsti ruoli e ogni giocatore è in grado di occupare ogni posizione, può esporre le debolezze difensive di una squadra che si schiera in modo più canonico.
- Probabilmente il pregio più grande della Flex Offense è la grande semplicità delle sue collaborazioni che lo rende un attacco molto facile da insegnare per gli allenatori e facile da imparare per i giocatori.
Come ogni sistema offensivo anche la Flex Offense ha dei contro di cui tenere conto:
- Può diventare prevedibile e quindi facilmente scoutizzabile dagli avversari che sanno esattamente cosa aspettarsi e come provare a fermare la continuità offensiva.
- Essendo un gioco incentrato sulla condivisione del pallone, più passaggi vengono eseguiti maggiore è il rischio di una palla persa.
- La difesa a zona è la nemesi della Flex Offense, in quanto vengono vanificati i tagli ed i blocchi cardine del sistema.
- Uno dei rischi della flex offense è quello di togliere creatività ai giocatori, che tendono a eseguire il gioco piuttosto che a leggerlo.
Set-up iniziale
Lo schieramento iniziale prevede quattro giocatori esterni e un giocatore interno (#1). Come detto non ci sono ruoli definiti ma per chiarezza indicheremo con 1 e 4 i due giocatori posizionati in guardia, con 2 e 3 i due giocatori in angolo e con 5 il giocatore interno. 1 e 4 sono posizionati sul prolungamento del tiro libero, spaziati tra loro ma non troppo distanti per facilitare il passaggio guardia-guardia, mentre 5 staziona in post basso lato forte con 2 e 3 spaziati negli angoli e idealmente in linea con 5. Questo allineamento iniziale consente un’ottima spaziatura per aprire l’area ai tagli e per angolare bene i blocchi.
La Continuità Offensiva
L’attacco ha il suo sviluppo principale sul lato debole a seguito del ribaltamento di lato con il passaggio guardia-guardia. Il cuore della Flex Offense è il Flex Cut, ovvero un taglio orizzontale verso il centro area del giocatore in angolo sul lato debole, agevolato dal blocco cieco (Flex Screen) del post basso (#2). Questo movimento attiva la collaborazione base dell’attacco, ovvero la situazione di blocco al bloccante: dopo al cieco infatti 1 blocca verticale per il bloccante del cieco, 5 (#3).
Se non c’è passaggio dentro a 3 o passaggio al gomito della lunetta per un tiro in uscita dal blocco verticale di 5, 3 diventa il nuovo post basso, 5 si apre sui tre punti, 1 si allarga in angolo e con un passaggio guardia-guardia di 4 per 5 si ribalta il lato (#4) per azionare la nuova sequenza flex sul lato opposto e proseguire nella continuità offensiva (#5).
Se il passaggio di entrata guardia-guardia viene anticipato, 4 ha un quarto di campo libero per tagliare backdoor e provare a rubare un canestro mentre 2 sale a rimpiazzare con un taglio flash per ricevere e azionare il flex cut (#6). Questa collaborazione può anche diventare un blocco a scendere di 4 per 2 (#7).
Se la palla va in ala, 5 sale a bloccare cieco per 1 che scende in post basso, poi si apre sul perimetro (#8) per ricevere, mentre sul lato debole 4 blocca a scendere per 2 e con il ribaltamento di 5 rientrare nella continuità (#9 e #10).
Se 5 non riceve, blocca orizzontale (#11) per 2 (che a conti fatti sfrutta un blocco stagger di 4 e di 5) e fa pop in guardia (#12).
Con palla in post basso ci sono due possibili collaborazioni che si attivano in base a chi manda il pallone dentro: se la palla è passata dal giocatore in guardia è previsto uno “split” perimetrale sul lato forte (#13), con il giocatore in angolo che sfrutta a salire il blocco del passatore; se la palla è passata dal giocatore in ala, il passatore taglia cercando un dai e vai (#14), mentre il giocatore in guardia rimpiazza. In entrambi i casi su lato debole si continua a giocare il blocco verticale della sequenza flex standard.
Contro squadre che pressano i passaggi di entrata guardia-guardia o guardia-ala, il post basso sale con un taglio flash al gomito alto della zona lato forte per ricevere da 1. Con palla a 5, 1 si allarga mentre 3 ha un quarto di campo libero per giocarsi il backdoor (#15). Se non riesce a rubare in taglio, prosegue la corsa e diventa il bloccante cieco del blocco al bloccante sul lato debole (#16).
Tra le letture basiche del Flex Offense, c’è l’apertura dei blocchi: chi blocca prima di allargarsi o sfruttare un secondo blocco si apre alla palla per provare a ricevere in posizione profonda a centro area, movimento questo che prende il nome di “Duck-in” (#17 e #18).
Tra le letture avanzate c’è la possibilità per il giocatore che dovrebbe sfruttare il blocco orizzontale di rifiutarlo per giocarsi il blocco verticale: questo succede ad esempio quando la difesa, ormai adeguata e preparata al flex cut anticipa il blocco oppure se il giocatore che sfrutta è un tiratore mortifero piuttosto che un giocatore abile nei pressi del ferro. In quel caso 2 prende il blocco verticale, il bloccante del cieco si apre sul lato debole e il bloccante del blocco verticale apre il blocco a canestro (#19).
Entrare nel Flex Offense
Ci sono molti modi di entrare nell’attacco Flex oltre a quello standard:
UCLA Entry (#20 e #21). Dal celebre allineamento 1-4 sul prolungamento del tiro libero, palla in ala, cieco a scendere sul lato forte, palla in guardia e ribaltamento per entrare nell’attacco Flex.
Horns Entry (#22 e #23). Palla a uno dei due post alti, taglio centrale per andare a bloccare cieco sul lato debole e iniziare la sequenza flex.
Stack Entry (#24 e #25). Da doppia uscita, palla su un lato, cieco a scendere e ribaltamento per giocare il flex cut.
Zipper Entry (#26 e #27). Palla in ala da palleggio, blocco zipper a salire per ricezione in guardia e successivo ribaltamento.
Flex Offense in transizione
Le collaborazioni di Flex Offense possono essere allungate a tutto campo e declinate facilmente anche come transizione offensiva: in fase di discesa, il portatore di palla spinge la palla su un lato, due esterni corrono negli angoli, il primo rimorchio corre sulla corsia centrale per aprirsi sul post basso lato forte e il secondo rimorchio si spazia in guardia lato debole (#28).
Con la palla che avanza da passaggio in ala anziché da conduzione, 1 prova a leggere il dai e vai con 3 fermandosi in lunetta (#29), il secondo rimorchio rimpiazza la posizione lasciata vacante, poi 1 salta fuori con uno smarcamento a “V” per ricevere il ribaltamento (#30).
Conclusione
Per la sua semplicità e capacità di organizzare la manovra offensiva, la Flex offense è da sempre uno dei sistemi offensivi più usati nella pallacanestro giovanile a livello mondiale, per la sua grande valenza didattica nell'introdurre ai giovani l'utilizzo dei blocchi lontano dalla palla.
Sebbene i movimenti cardine siamo ampiamente conosciuti e pronosticabili, la capacità dei giocatori di leggere la difesa rende la Flex tutt'oggi un attacco difficile da fermare i cui principi fondanti, sono tutt'oggi presenti in svariati playbook dei top team a livello NBA, NCAA e FIBA.
Film Room
Diagrammi
Postato da David Breschi
Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.