Introduzione alla biomeccanica nel basket
L'importanza e la consapevolezza del movimento nello spazio.Negli ultimi anni tra gli sportivi professionisti e amatoriali si sente spesso parlare di analisi biomeccanica per migliorare l’allenamento e prevenire gli infortuni.
La biomeccanica è la disciplina che studia il movimento dell’essere umano nello spazio. È la scienza quindi che in ambito sportivo si occupa di valutare (e possibilmente migliorare) un preciso gesto atletico sport-specifico.
Si tratta di una scienza molto complessa che utilizza le leggi della fisica (forze, vettori, meccanica, leve) applicandole al sistema “uomo”. Noi sappiamo che l’uomo si muove nello spazio attraverso schemi motori e pattern di movimento, ovvero un susseguirsi di piccoli movimenti che vanno a comporre un gesto tecnico.
Pensiamo per esempio al tiro oppure a un cambio di direzione: l’appoggio del piede a terra, la flessione del ginocchio, la torsione del busto e l’utilizzo delle braccia vengono eseguiti con una tempistica e una sequenzialità ben precise. L’essere umano può (con il tempo e l’allenamento) apprendere, migliorare oppure addirittura dimenticare un gesto o un determinato movimento.
Nell'arresto è importante considerare la posizione delle ginocchia durante la fase di appoggio bipodalico (cioè quando l’atleta è in posizione di semi-squat e si trova con entrambi i piedi in appoggio a terra) in questo caso avere le ginocchia deviate verso l’interno (valgismo) può essere molto pericoloso e provocare un infortunio.
Questa caratteristica dell’uomo è detta “motricità”: attraverso il miglioramento della coordinazione neuromuscolare, un bambino impara a camminare, un ragazzo apprende i rudimenti della tecnica di corsa, un atleta d’elite migliora il suo gesto rendendolo ancora più efficiente.
Le attività ripetitive sono alla base dell’allenamento, soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento. Ogni movimento che compiamo - dal siglare la nostra firma all’allacciarsi una scarpa - è uno “schema motorio” che il nostro cervello ha immagazzinato. Lo stesso vale, nel nostro caso, per il tiro libero o il ball-handling.
E’ qui che interviene la biomeccanica, per capire come è organizzato e come agisce ogni schema motorio.
Si capisce quindi l’importanza di analizzare il preciso movimento che un atleta va a compiere, valutare quanto questo movimento sia efficace e veloce, se quella modalità di esecuzione possa mettere a rischio le articolazioni o se quel gesto possa essere migliorato.
Un cambio di direzione fatto con il ginocchio fuori asse può provocare una distorsione, un'alterata coordinazione tra gambe e braccia può tradursi in un tiro inefficace, corto o debole.
Ogni movimento è, nonostante appaia semplice ai nostri occhi, un’attività complessa.
Le ossa sono messe in collegamento tra loro tramite le articolazioni, sulle quali agiscono i muscoli e tendini, la contrazione muscolare permette di muovere queste articolazioni e tutto questo è controllato dal cervello attraverso impulsi nervosi. Purtroppo spesso l’atleta non è consapevole del gesto che sta facendo o non ha una completa percezione di come il suo corpo si muove nello spazio. Questo perché durante la partita o l'allenamento non può vedersi dall’esterno e la sua attenzione è focalizzata sulla palla o sull’azione di gioco.
Ecco perché è importante e utile usare l’analisi biomeccanica: prima di tutto per rendere l’atleta consapevole di ciò che fa durante la partita, e in seconda battuta per ottimizzare il gesto sportivo in termini di efficienza energetica e performance.
Lo studio del movimento dell’uomo nella pratica sportiva ha inoltre questi benefici:
- Miglioramento delle prestazioni: per rendere più fluido ed efficace il gesto atletico tipico di quello sport.
- Riduzione degli infortuni: la definizione di uno schema motorio ottimale è funzionale anche alla prevenzione degli infortuni. Scoprire quale sia il modo migliore per effettuare un gesto atletico (come lo squat) consente di poter realizzare un protocollo d’insegnamento da parte degli istruttori qualificati, riducendo così le possibilità d’infortunio legati a errate esecuzioni;
- Mantenimento dell’efficienza energetica negli sport di durata: prendiamo come esempio gli ultimi minuti di una partita di basket, quando le scorte di energia sono quasi esaurite, è importante non disperdere le forze ma ottimizzare i gesti sport specifici.
Dunque cosa fare?!
È consigliabile eseguire (non solo a livello senior ma anche e soprattutto per i ragazzi del settore giovanile) un'analisi biomeccanica dei gesti fondamentali sport-specifici.
Utilizzando programmi di allenamento, video in slow motion e test funzionali il fisioterapista e il preparatore atletico potranno valutare e correggere la cinemetica del movimento.
Questi test posso essere fatti a inizio stagione e ripetuti durante l’anno. L’atleta verrà cosi responsabilizzato e sarà consapevole di come il suo corpo si muove nello spazio e, se necessario, verrà guidato per migliorare il gesto atletico attraverso esercizi specifici. Il fisioterapista potrà così fare una vera valutazione funzionale, individuare i problemi dell’apparato locomotore e suggerire all’atleta gli esercizi da svolgere per massimizzare le prestazioni sportive.
In questo modo non si allena il singolo muscolo ma si “allena il movimento”, migliorando la stabilità e il controllo del corpo nello spazio. Tutto questo previene gli infortuni e migliora la performance sportiva.
Dopo un salto, durante la fase di atterraggio e contatto al suolo, il piede deve essere ben allineato altrimenti il ginocchio subirà una deviazione e non sarà in grado di sostenere il carico del peso corporeo.
Fisioterapista, preparatore atletico e allenatore devono lavorare di concerto per valutare il comportamento di un atleta e sfruttare al massimo le sue potenzialità.
Fonti e sitografia:
- Che cos'e' la biomeccanica e come si studia nello sport (Omar Gatti)
- Allenamento funzionale nel Basket (Sandro Bencardino)
- Aspetti clinici e Valutazione posturale nel basket (Dott Gagliano)
Postato da Marco Beneforti
Fondatore e proprietario dello studio di Fisioterapia Beneforti, laureato in fisioterapia, specializzato in fisioterapia sportiva e terapia manuale.
E' stato Fisioterapista presso ACF Fiorentina ed è attualmente docente presso l'Università di Siena.