La difesa a zona press 1-2-1-1.
Proposte di zona press, dal settore giovanile alla prima squadra.In questi anni nelle mie esperienze tra settore giovanile e prima squadra ho utilizzato molto spesso la zone press 1-2-1-1 riconoscendone il suo aspetto formativo, con l’obiettivo principale di responsabilizzare gli atleti in un sistema-squadra con regole chiare in cui i giocatori sono legati tra di loro mantenendo sempre alta l’aggressività.
La cosa più stimolante è che non esistono verità o regole fisse ma sarà l’allenatore a scegliere quello che è più funzionale ai suoi giocatori.
In un settore giovanile l’aspetto principale dovrà essere quello formativo, che in questo contesto amo chiamare il “difendere insieme”, mentre in una prima squadra l’idea (che parte dallo stesso concetto) si lega in modo indissolubile a quella di scelte più mirate, che non voglio definire tattica ma più specificatamente strategia legata anche all’andamento della gara o alla preparazione della stessa durante la settimana .
Vediamo come costruire una difesa a zona press 1-2-1-1 partendo dal perché farla e arrivando al come farla, ricordandoci che la “conditio sine qua non” è senza ombra di dubbio l’obiettivo che vogliamo prefissarci nel presentarla, finalità che dobbiamo necessariamente esplicitare alla squadra.
LA SIMBIOSI DI TECNICA-TATTICA E STRATEGIA
Dobbiamo far riferimento nella costruzione della nostra difesa al significato di tecnica, tattica e strategia. Questi ultimi concetti si fondono e tramite il loro sviluppo sono la base per il nostro lavoro: formare persone ed atleti pensanti, autonomi responsabili e competenti.
Per tecnica ci riferiamo al movimento in quanto tale, all’esecuzione di un gesto nella sua espressione biomeccanica (tecnica o technique non corrisponde alla skill ovvero all’abilità): in difesa potremo far riferimento a come eseguire uno scivolamento, alla dissociazione di arti superiori ed inferiori, come usare le mani sulla palla etc.
La tattica invece è definita come il saper riconoscere e prendere una decisione in base alla situazione (qui parliamo di abilità-skills) nel nostro caso ad esempio possiamo parlare di tempo del raddoppio e della scelta dell’uso o meno delle finte (quando andare).
Infine per strategia si intende il “piano partita” o la linea di condotta della squadra, parlando di zona press ci riferiamo al quando farla e contro chi.
Senza tecnica non c’è tattica e senza i primi due indispensabili ingredienti non esiste la strategia.
PERCHÉ SCEGLIAMO DI UTILIZZARE LA ZONA PRESS NEL SETTORE GIOVANILE
- Per mantenere costante l’aggressività
- Favorisce la collaborazione, la responsabilità e la comunicazione di squadra
- Aumenta la reattività mentale
- Aumenta la stima e la fiducia nei giocatori
- A seconda della scelta tecnico-tattica possiamo farla per rubare secondi all’attacco avversario o per tentare di recuperare la palla (DICHIARARE SEMPRE L’OBIETTIVO)
- Recuperare un passivo importante subito
PERCHÉ SCEGLIAMO DI UTILIZZARE LA ZONA PRESS IN UNA PRIMA SQUADRA
- Per i motivi sopra elencati
- Per scelta tattica (ad esempio entra in campo il playmaker di riserva avversario)
- Per cambiare ritmo alla gara in un momento in cui la stessa viene incanalata dagli avversari in binari per noi non ideali
ELEMENTI PRINCIPALI DI UNA ZONA PRESS
- FUNZIONALE (all’obiettivo che ci siamo posti)
- DEVE AVERE REGOLE CHIARE (concetti lineari, prevedere tutti i casi che si possono riproporre in partita)
- ASPETTO FISICO: la squadra deve essere pronta, reattiva e resistente alla fatica (lavoro integrato con il preparatore)
- ASPETTO PSICOLOGICO: trasmettere convinzione che con questa difesa centriamo gli obiettivi che ci siamo preposti, la squadra deve essere convinta ed avere fiducia nella difesa, nella collaborazione tra compagni
- LEGAME TECNICO-TATTICO: i giocatori sono legati tra di loro da regole e responsabilità, un errore individuale ha come conseguenza un canestro subito o un fallo commesso inultimente.
QUANDO È PREFERIBILE USARLA NEL CORSO DALLA GARA
- Dopo un time-out
- Dopo tiri liberi realizzati
- Dopo un contropiede realizzato
- Per necessità (recuperare uno svantaggio)
DA CHE CATEGORIA GIOVANILE POSSIAMO INTRODURLA
La proponiamo dalla categoria Under 15 con l’idea di rimanere a uomo dopo la prima metà campo.
TIPOLOGIE DI PRESS 1-2-1-1
- TUTTO CAMPO Con difesa a uomo dopo il press
- TUTTO CAMPO Con difesa a zona 3-2 dopo il press (anche con raddoppi negli angoli)
- TUTTO CAMPO con difesa a zona 1-3-1 dopo il press
- ¾ CAMPO
- Si resta a zona 3-2 o 1-3-1
CARATTERISTICHE DEI GIOCATORI IN BASE ALLE QUALI SCEGLIAMO DI ASSEGNARE I RUOLI E COMPETENZE IN CAMPO
X1: è la punta della nostra difesa, deve essere un giocatore forte fisicamente, mobile, alto e reattivo, tiene la palla su un lato e ha il compito di accompagnarla verso le spine per il raddoppio.
X2 ed X3: sono le due ali (o spine), devono essere rapidi a coprire il campo, a giocare “mentre”, a leggere gli occhi e le intenzioni degli attaccanti. Devono essere giocatori intelligenti e “svegli” capaci di riconoscere quando andare a raddoppiare e quando fintare
X5: è uno dei nostri lunghi, il più mobile, capace di comunicare e parlare per aiutare i 3 compagni davanti, copre i passaggi lungo le linee laterali e presidia la zona centrale.
X4: è l’altro lungo, deve essere capace di adeguarsi ai giocatori avversari che occuperanno la sua zona con l’obiettivo di “stirare” la nostra difesa, deve parlare con X5 per collaborare sulla copertura delle linee laterali e della zona di boa. È il “portiere” della squadra.
(Nota importante se decidiamo di restare a metà campo 1-3-1: indicativamente quando i due lunghi non sono intercambiabili se decidiamo di rimanere 1-3-1 al termine del press, X4, che è l’ultimo difensore, essendo responsabile della copretura della linea di fondo, sarà per forza di cose il lungo maggiormente dinamico dei due).
DIFESA A ZONA 1-2-1-1 “BLU”
La difesa a zona press che chiamiamo con il colore “blu” (i nomi delle difese fanno riferimento ai colori sociali del club) rispetto a quella “gialla” (che vedremo successivamente) è la difesa maggiormente aggressiva che ha come obiettivo principale quello di forzare una palla persa dell’attacco o produrre un recupero difensivo. Se non raggiungiamo il primo obiettivo vogliamo costringere in ogni caso l’attacco a perdere secondi preziosi sui 24 totali.
Come possiamo vedere in Fig. 1 abbiamo la punta della zona X1 disposta sul tiro libero, X2 ed X3 le due ali (definite anche spine) idealmente sulla linea della pallavolo, X5 il giocatore centrale della zona nel cerchio di metà campo ed X4 la “coda” in linea dietro X5 sulla linea di pallavolo opposta.
N.B. Nel settore giovanile ho scelto di utilizzare questa zona anche dopo canestri realizzati in contropiede, mentre con le prime squadre preferiamo farlo quando la palla entra in campo ad esempio a seguito di tiro libero realizzato.
COME COMPORTARSI QUANDO LA PALLA ENTRA IN CAMPO
Come potete vedere in Fig. 2 la nostra idea è quella di far entrare la palla in campo possibilmente sul lato rimessa e non nella fascia centrale del campo (X1 ha l’autonomia di accorciare lo spazio ed entrare in area per togliere ricezioni in zona centrale). Vogliamo far partire il primo raddoppio dopo che il giocatore che ha ricevuto mette palla per terra, X1 “attacca” 1 appena il pallone entra in campo con le spalle parallele alla linea laterale invogliandolo ad aprire il palleggio verso la spina, contemporaneamente scoraggia il ribaltamento veloce della palla.
Il tempo con cui la spina deve andare è un elemento allenabile ma fa parte della lettura difensiva. Mi spiego meglio: l’attaccante 1 che riceve, inizialmente potrà essere sorpreso dal raddoppio ma già alla seconda volta che proporremo la stessa situazione sarà per lui più facile riconoscere il nostro comportamento, per questo motivo le “finte di andare e tornare” risultano determinanti per creare quell’attimo di indecisione utile a portare in modo maggiormente efficace il raddoppio. In ogni caso la nostra idea nella difesa blu è quella di raddoppiare nella prima metà campo e se necessario portare un secondo raddoppio nella fascia centrocampo-linea pallavolo nella zona difensiva.
Sempre in Fig. 2 possiamo osservare il comportamento degli altri 3 giocatori: X3 scende in diagonale a coprire la “zona di boa” ovvero quella zona in cui gli attacchi mettono un giocatore come sponda per aiutare la squadra senza uso (o quasi) di palleggi per superare metà campo.
Il compito di X3 è determinante: se non scende nella nuova posizione l’attacco potrà batterci facilmente.
X5 come i suoi compagni ha un ruolo determinante: dovrà coprire il passaggio che in termini tennistici chiameremo ‘’lungo-linea’’. Sul comportamento di X5 vorrei fare un focus su un dettaglio: non vogliamo anticipare l’attaccante 3 sul lato in maniera decisa (scelta che definirei quasi scontata) ma vogliamo presidiare quell’area generando incertezza con finte continue. L’attacco legge facilmente i comportamenti decisi, mentre i più complessi da riconoscere sono quelli che generano “confusione”. Pensiamo al gioco del “torello”, dove un giocatore deve cercare di recuperare la palla contro due avversari, bene, se chi deve prendere la palla corre in modo netto incontro ad uno dei suoi avversari, sarà molto semplice per uno di questi ultimi liberarsi del pallone avendo una lettura chiara della situazione. Per cui la scelta migliore dovrà essere quella di “ballare” tra l’uno e l’altro fintando di attaccare, tornare e poi andare. Questo concetto è la base di una buona difesa pressante con l’idea chiara di affrontare un buon attacco.
X4 in coda dovrà adeguarsi al giocatore presente nella sua area accertandosi di non avere avversari dietro le spalle, possiamo definirlo il portiere della squadra.
IL RIBALTAMENTO DI PALLA
In Fig. 3 osserviamo come sul ribaltamento di palla X1 si muova in direzione del cambio di lato sempre con le spalle parallele alla linea laterale. Tutto questo giocando in controllo, utilizzando finte per impedire un duplice ribaltamento.
Il primo raddoppio lo vogliamo nella metà campo offensiva e non escludiamo un secondo raddoppio nella nostra zona difensiva, idealmente tra la linea di centrocampo e la linea di pallavolo, in pratica appena l’attaccante con palla mette i piedi in zona d’attacco.
Apro una parentesi sulla criticità di questa difesa ed in particolare delle zone press ma anche delle zone in generale: se la difesa insegue l’attacco e concede a quest’ultimo di stare un “giro” avanti arrivando in ritardo, rischia di entrare in una sorta “flipper” in cui per forza di cose l’attacco troverà una via di fuga ed un tiro facile. Il nostro obiettivo è mettere sabbia nell’armonia offensiva con un’aggressività controllata ed intelligente.
Tornando al ribaltamento di palla possiamo vedere come MENTRE quest’ultima è in volo X3 recupera la posizione di spina per tornare nella nuova posizione di raddoppio con X1, X2 scalerà in diagonale per impedire la ricezione alla “boa” ed x5 si muoverà con la palla per arrivare in anticipo sull’eventuale lungo-linea (se X5 non ha nessun giocatore sulla linea laterale si dispone sulla linea immaginaria che unisce la palla al ferro opposto).
NOTE AGGIUNTIVE
Come detto è possibile restare nella metà campo difensiva a uomo, a zona 3-2 o 1-3-1 (Figg. 4, 5, 6.)
Nella Fig. 4 (difesa a uomo) i giocatori sono accoppiati. In realtà sappiamo bene che dopo aver pressato, raddoppiato, forse ruotato, l’idea sarà accoppiarsi con l’uomo più vicino: questo potrebbe risultare uno svantaggio per alcune squadre, per questo motivo a livello senior è possibile fare questo tipo di difesa con team particolarmente mobili e dinamici mentre nelle giovanili questi gap possono risultare uno stimolo alla comunicazione ed una messa in difficoltà della squadra che risulta essere estremamente formativa.
Potremmo aprire altri vasti argomenti su come difendere a metà campo a seguito del press ma lasciamo questi argomenti ad un prossimo articolo.
DIFESA A ZONA 1-2-1-1 “GIALLA”
Vorrei adesso parlarvi della nostra zona 1-2-1-1 “Gialla”: l’approccio di questa difesa lo vedo indirizzato particolarmente al mondo senior con un press equilibrato a ¾ campo. Come potete vedere in Fig.7 i giocatori sono disposti con X1 centrale sulla linea della pallavolo, X3 ed X2 a metà campo nelle canoniche posizioni di ala (o spina), X5 sulla linea della pallavolo opposta e l’ultimo uomo (la coda: X4) con i piedi sulla lunetta.
Come possiamo vedere essendo sui ¾ di campo la scelta è quella di giocare in spazi più ristretti ma con simili principi. La prima differenza è che vogliamo rubare tempo, poi se arriviamo a recuperare la palla bene, ma ciò che vogliamo portare via all’attacco sono i secondi.
Il primo raddoppio di base è nella seconda metà campo, appena l’attaccante con palla entra in zona d’attacco sfruttando le linea di centrocampo e le linee laterali. NON VIETIAMO però il raddoppio nella prima metà campo (quella offensiva) nell’area che definiamo “reading zone” o ovviamente zona di lettura.
X1 aggredisce il portatore di palla con l’idea di forzarlo sulla mano debole appena quest’ultimo esce fuori dai 3 pt. (X1 dovrà essere un giocatore estremamente fisico mentre sul lato in cui indirizziamo la palla metteremo un giocatore che dovrà essere anch’egli forte fisicamente e senza dubbio intelligente e reattivo, in grado di prendere il tempo), in sostanza scegliamo chi fa cosa.
In Fig. 7 se l’attaccante fosse destrorso e la palla fosse indirizzata verso X2 metteremo in quella posizione il nostro difensore migliore per ricoprire quel ruolo, per tutti questi motivi ritengo la zone press “gialla” più idonea ad una prima squadra.
QUANDO SI RADDOPPIA NELLA PRIMA METÀ CAMPO: “READING ZONE”
- Al primo possesso quando l'attacco non è pronto
- Quando il playmaker è un pessimo passatore
- Quando il playmaker per cambiare direzione esegue un giro dorsale cieco
- Quando dopo aver perso tempo con eccessivi palleggi mancano meno di 4 secondi per superare metà campo
- Quando il playmaker è vicino alle linee laterali
- Quando il playmaker passa la palla al compagno in linea orizzontale prima della metà campo: fintare ed andare.
Le regole e la lettura: lasciare lo spazio decisionale al giocatore in ala di riconoscere quando e se andare. In tutti gli altri casi si raddoppia dopo metà campo.
COSA ACCADE DURANTE IL RADDOPPIO
In Fig. 8 possiamo osservare il movimento similare a quello visto nella zona “blu”: X1 e X2 raddoppiano, X3 scala in diagonale, X5 nega il passaggio lungo linea, X4 ultimo uomo ingombra l’area occupando spazio.
In Fig. .9 vediamo il raddoppio dopo metà campo
In Fig. 10 invece vediamo un esempio (non oggetto di questo pezzo ma utile a comprendere i passaggi successivi) di come su una possibile zona 3-2 o 1-3-1 successiva si dovrà collaborare: nell’esempio X5, dopo aver aiutato X2 coprendogli le spalle, recupera nella corretta posizione, in questo caso in mezzo all’area (nella Fig.10 è illustrato il caso particolare di una zona 3-2).
CONSIDERAZIONI FINALI
La zona unisce, sviluppa la comunicazione e le relazioni, detta regole ed è assolutamente formativa. La zone press in particolare porta (se eseguita correttamente) a riconoscere e scegliere (esempio: scegliere quando andare e quando no) oltre che a lavorare di squadra.
Una difesa che mangia tempo all’attacco trova energie mentali e fisiche aggiuntive. Far commettere infrazione di 24 secondi è senza dubbio una gratificazione importante così come un recupero o un raddoppio fatto con i tempi giusti che provoca una palla persa.
Considero la difesa a zona ed in particolare la zone press un elemento formativo necessario allo sviluppo del giocatore ed alla costruzione di una squadra. Per un gruppo senior è elemento o “conoscenza” determinante da tenere nella “cassetta degli attrezzi”, utile per cambiare ritmo, per diventare parte attiva della gara e prendere in mano la situazione attaccando e non inseguendo l’avversario.
Postato da Gabriele Pardini
Allenatore Nazionale, Istruttore Nazionale Minibasket, FIBA Coach e componente del CNA regionale Toscana.
Esperienza come responsabile di settore giovanile e Minibasket.
In categorie Senior capo allenatore dalla serie C SILVER e GOLD fino alla serie B.