Guida alla Motion Offense di Davidson

L'attacco di Bob MacKillop ed il suo svilippo.
Guida alla Motion Offense di Davidson

Lo scorso luglio al Clinic Internazionale organizzato dal CNA l’ospite d’onore è stato Bob MacKillop che in tre lezioni (la prima qui, la seconda qui e la terza qui) ha spiegato i segreti della Motion Offense sviluppata in oltre 30 anni di carriera a Davidson College.

Per chi non lo sapesse, Bob MacKillop è stato uno dei migliori allenatori di sempre del college basket - quello più vincente in assoluto nella piccola Southern Conference - capace di chiudere con più vittorie che sconfitte nelle 29 delle 33 stagioni consecutive in cui ha guidato i Davidson Wildcats, dal 1989 fino al suo ritiro avvenuto nel 2022.

Un record incredibile se si pensa che Davidson è un piccolo college privato a 30 km di distanza da Charlotte nel North Carolina, frequentato da meno di 2000 studenti, famoso in America per il programma accademico sulle Arti Liberali che ha sfornato alcune tra le persone più influenti nel panorama politico e culturale americano ma solo da inizio del 21° secolo sulla mappa anche per la squadra di basket.

Bob MacKillop è stato un coach capace di plasmare una pallacanestro di alto livello senza avere la forza ed i mezzi per reclutare i migliori giocatori del paese, anche prima di “scoprire”, nel 2006, Steph Curry che al tempo era “solo” il figlio di Dell e nel momento in cui dovette scegliere il college fu scartato da tutti quelli più prestigiosi perché bravino, ma troppo basso e esile per giocare nella NCAA. 

L’incontro tra i due è stata la scintilla che ha lanciato la carriera da pluricampione NBA, futuro Hall of Famers e infrangitore di record di Steph Curry e ha portato MacKillop e la sua pallacanestro nel gotha del basket collegiale.

La pallacanestro di Bob MacKillop si fonda su 7 regole basilari:

  1. Guardare. Prima di fare qualsiasi cosa guardare. Non si può giocare se non si vede quello che succede in campo. Pochi giocatori vedono veramente il gioco, sicuramente tra questi ci sono quelli passati da Davidson.
  2. Attaccare lo spazio. I giocatori devono attaccare lo spazio con la palla, in taglio, muovendosi per portarsi appresso il proprio difensore e creare altro spazio che può essere attaccato da un compagno.
  3. Colpisci la carne. I giocatori di Davidson, non essendo i più talentuosi, devono essere quelli più duri, che non hanno paura del contatto fisico per prendere posizione, bloccare, buttarsi su una palla vagante ecc…
  4. Attenzione ai dettagli. Sono i dettagli che fanno la differenza, ad esempio l’angolo con cui viene portato un blocco, il tempismo di un taglio o il palleggio usato con uno scopo. Nella pallacanestro semplice che gioca Davidson, i dettagli sono ciò che rendono speciale l’attacco.
  5. Finire tutto. I giocatori di Davidson sono “programmati” a finire ogni compito assegnato, che sia un esercizio, una giocata o nello specifico un tiro o un taglio.
  6. Equilibrio. Tutto deve essere fatto in equilibrio, quindi grande enfasi su tutto ciò che permette stabilità come mantenere la posizione fondamentale e giocare con due piedi a terra quando si passa, si blocca, si sprinta, si tira, si lotta per un rimbalzo ecc…
  7. Recitare. L’arte di essere credibili dissimulando le proprie intenzioni in campo per sorprendere gli avversari, usando ad esempio le finte, per avere in mano l’iniziativa e quindi agire piuttosto che reagire.

Queste regole sono fondamentali nell’esecuzione dell’attacco di Davidson che è predicato, sul flusso “paziente” di gioco per entrare in ritmo e essere perennemente pericolosi anche contro le “powerhouse” del college basket. Dove non arriva il talento deve arrivare la testa: durante i tre interventi del clinic di Bologna le parole più usate dal coach sono state “guardare” e “pazienza” a indicare che il QI cestistico, allenabile come qualunque altro fondamentale tecnico, è una delle chiavi per costruire una squadra di successo indipendentemente dal talento a disposizione.

La prima idea dell’attacco di Davidson è correre il campo e per farlo nel modo più veloce e preciso possibile avere dei ruoli è determinante: 2 esterni intercambiabili tra loro corrono le corsie laterali, i 2 lunghi anch’essi intercambiabili tra loro corrono le corsia centrale come primo e secondo rimorchio e il play spinge il pallone in avanti scansionando il campo alla ricerca di qualche vantaggio. 

Il lungo che gioca come primo rimorchio lotta per mantenere la posizione interna (Frame 1), impegnare il proprio difensore e togliere un aiuto difensivo sotto canestro giocando al limite dei tre secondi offensivi, quello che arriva come secondo rimorchio si ferma in punta. 

Il play invece può “surfare” sotto (Frame 2) o sopra (Frame 3) al secondo rimorchio incrociando il campo in palleggio per attaccare il canestro.

Se l’attacco non riesce a produrre un tiro rapido (Frame 4) , il play mantiene un lato e si entra nell’attacco a metà campo, con una spaziatura 4 fuori e 1 dentro (Frame 5) che ha tre sviluppi principali strutturati attorno alla prima collaborazione tra il play e il secondo rimorchio. 


1. "Screen Away"

5 scende a bloccare il giocatore lato opposto che ha un quarto di campo a disposizione per lo smarcamento (Frame 6). Mentre 5 blocca per 3, 4 esce sul lato della palla e può bloccare (oppure si allarga senza blocco) per 2 il quale taglia sotto canestro. Se 3 ricciola o rifiuta il primo blocco di 5, 2 usa il suo movimento come ulteriore blocco in aggiunta a quello di 5 (Frame 7).

Con palla a 3, 5 prosegue la corsa per bloccare 2 che esce in ala, mentre 4 sale a bloccare in allontanamento per 1 (Frame 8) come nell'attacco mover-blocker.  Se la palla arriva a 2 e 5 non può ricevere si apre in angolo mentre 4 esegue un altro blocco in allontanamento per 3 uscendo in punta (Frame 9) e creando  una situazione di 5 fuori attaccata rimanendo dentro le regole e le collaborazioni di Motion.

Se 2 in uscita da blocco a scendere o 1 in uscita dal blocco a salire non ricevono, uno dei due giocatori interni si apre in post alto (Frame 10) per disimpegnare il giocatore con palla e entrare nelle point series.


Swing 

5 riceve da 1 e ribalta a 2 che si smarca sul lato debole (Frame 11) mentre 4 segue la palla sul nuovo lato forte uscendo oltre i tre punti. 1 fa “step in” posizionandosi in area con i piedi rivolti a canestro per essere il primo dei due bloccanti, insieme a 5, dello stagger diagonale per 3 (Frame 12). Nella riuscita dello stagger lo “step in” di 1 è fondamentale, perchè assumendo una posizione “neutra” rispetto al blocco non permette al suo difensore di capire le sue intenzioni (“Recitare”) e quindi offre un vantaggio all’attacco.

La lettura di 3 sul blocco stagger può essere quella di sfruttare entrambi i blocchi per uscire in punta o ricciolare a canestro, oppure ricciolare attorno a 1 sul primo blocco. In caso di riccioli al primo o secondo blocco, 1 sfrutta il blocco di 5 (Frame 13). 

Se il ribaltamento viene negato (Frame 14), 5 entra nello stagger finale da palleggio (Frame 15) in quella che diventa una situazione di Chicago Action che si chiude con un consegnato finale tra 5 e chi sfrutta i blocchi.

In alcuni casi la Motion di Davidson usa il diversivo di un finto ribaltamento per tornare sul lato forte e mandare palla dentro (Frame 16).

Sulla finta di ribaltamento 4 non cambia lato, ma prende posizione sul lato da cui proviene la palla mentre 5 passa a 2 che cerca l'allineamento vincente con il giocatore in post basso (Frame 17).


Ball Screen

5 va verso la palla per giocare un pick & roll con 1. 4 ha due possibilità: se è un tiratore esce in angolo sul lato opposto alla palla, se non è un tiratore esce in guardia per giocare da sponda al pick & roll (Frame 18).

Quando Davidson gioca il drag dalla transizione o schiera quintetti piccoli con 4 esterni puri entra nel pick & roll senza giocatori interni, quindi con già due giocatori spaziati sul perimetro davanti la palla ed entrambi gli angoli pieni (Frame 19). Sempre in transizione, è prevista anche una situazione di pick & roll laterale angolo vuoto con 1 che passa a 2 e taglia sul lato debole (Frame 20).

Dopo il Pick & Roll i giocatori giocano sul vantaggio creato fronte o spalle a canestro, ricreando nel “flow” lo spacing per rientrare all’interno della Motion con tagli e blocchi.

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.