Mantenere il vantaggio in penetrazione

Tre semplici concept per mantenere il vantaggio in penetrazione senza chiudere il palleggio.
Mantenere il vantaggio in penetrazione

Considerando l’importanza sempre maggiore che riveste il penetra e scarica nella pallacanestro moderna abbiamo parlato recentemente di come attaccare il closeout sia un’arma preziosa per creare il vantaggio decisivo o il primo di una lunga serie di vantaggi da esplorare, magari con una penetrazione. 

Creato il vantaggio c’è da mantenerlo, valutando se c’è possibilità di chiuderlo con un tiro o di trasferirne uno più grande a un compagno. Facile a dirsi, ma considerando che il Gioco diventa sempre più dinamico ed imprevedibile, i giocatori incontrano scenari sempre più incerti e mutevoli a cui devono adattarsi costantemente e rapidamente per guadagnare tempo e spazio in cui agire.

In questo senso, non c’è cosa più snervante per un allenatore che vedere i suoi giocatori paralizzarsi di fronte al nuovo ostacolo che hanno di fronte, incapaci di reagire alla nuova sollecitazione che si presenta. In poche parole, perdere il vantaggio acquisito e dover ricostruire tutto da capo, magari con il cronometro dei 24 secondi che scorre inesorabilmente verso la fine.

Prendiamo ad esempio una della situazioni più classiche a cui andiamo tutti incontro quotidianamente: un giocatore batte l’uomo, arriva fino al cuore dell’area e si prepara a tirare. Ha usato gli strumenti giusti per prendere vantaggio ma la condizione di vantaggio innescato cambia quando la difesa riesce comunque a recuperare e ostacolare l’eventuale tiro. Il punto di non ritorno entro il quale uscire dall’impiccio in sicurezza è stato oltrepassato, il rischio di perdere il pallone è alto, la morte del vantaggio creato qualche secondo prima pressoché certa. In una situazione del genere la stragrande maggioranza dei giocatori reagisce con frenesia e senza il dovuto controllo oppure fermando il palleggio in un punto in cui può essere fagocitato dalla difesa. 

Per evitare il più possibile questi vicoli ciechi è necessario allenare e istruire i giocatori a tenere aperto il palleggio, insegnando loro alcuni trucchi e movimenti per tenere vivo e attivo il vantaggio continuando a prendere iniziativa sulla difesa.

Ecco quindi tre semplici concept che possono fare al caso nostro.

1. “Movimento Barkley”

E’ una derivazione del movimento tipico usato da Charles Barkley che amava ricevere il pallone oltre i tre punti e poi iniziare un lento ma implacabile 1c1 in avvicinamento per finire a giocare palla a canestro. 

Nel contesto in cui lo vogliamo usare noi, a seguito di una penetrazione che non genera opportunità di tiro e nel caso di difesa aggressiva su linee di passaggio, consente di assumere una posizione protetta di post basso per poter scansionare il campo alla ricerca di un compagno a cui passare il pallone e al tempo stesso continuare ad essere pericolosi in 1c1.

Il "Movimento Barkley” permette di prendere tempo e da al suo utilizzatore la possibilità di avere spazio di manovra per continuare a muoversi.

2. “Movimento Nash”

Prende il nome dalla capacità di tenere vivo il palleggio in penetrazione che Steve Nash usava per portarsi a spasso 2 o più difensori per continuare ad attaccare attivamente il canestro e al tempo stesso valutare opzioni di scarico tenendo continuamente sotto assedio la difesa. Somiglia un po' al classico movimento dei giocatori di hockey su ghiaccio che si muovono con il disco dietro la porta alla ricerca di opportunità di fare goal o assist.

Il "Movimento Nash" è estremamente efficace se effettuato a testa rigorosamente alta, perfezionando il controllo di palla in situazioni di traffico e allenando la capacità di passare il pallone a una mano dal palleggio.

3. “Movimento Djordjevic”

Quanto volte un giocatore dopo che riesce a far uscire il pallone a seguito di una penetrazione si estranea dal gioco pensando di aver svolto il suo compito? Alexander "Sale" Djordjevic, oggi allenatore della Virtus Bologna, ma ieri grandissimo giocatore, aveva sviluppato la capacità di rimanere pericoloso dove aver scaricato - magari a seguito di un movimento Barkley o un movimento Nash - continuando a muoversi per rilocarsi, solitamente in angolo, e farsi restituire il pallone per tirare. Negli ultimo anni, Steph Curry ha fatto suo il "Movimento Djordjevic" depistando schiere di difensori sulle sue tracce.

Quello di rimanere attivi e pronti a rientrare in gioco dopo aver compiuto una penetrazione è un concetto importante, che permette all’attacco di mantenere vantaggi e diventare ancora più imprevedibile per assediare una difesa che non può permettersi di tirare il fiato nemmeno per una secondo.

Conclusione

Il processo che porta alla formazione di “giocatori pensanti” è un processo che richiede tempo e pazienza, il nostro lavoro di allenatori in tutto questo è quello di fornire mezzi e strumenti per mettere i nostri giocatori nelle condizioni di adattarsi a qualunque situazione incontrino sul loro cammino.

I tre movimenti proposti sono semplici input da dare al giocatore con palla ma è chiaro che gi altri 4 attaccanti devono muoversi e ingaggiare consapevolemente i loro 1c1 senza palla al fine di essere partecipi nella creazione e mantenimento dei vantaggi.

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.

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