Allenamento individuale analitico sul fondamentale del tiro

Allenamento individuale analitico sul fondamentale del tiro

Il tiro, inteso come insieme di movimenti meccanici delle varie componenti degli arti superiori e inferiori, è nell’immaginario collettivo sicuramente il fondamentale tecnico più amato e considerato.

La sua tecnica e meccanica sono però più rigide rispetto agli altri fondamentali. Allo stesso tempo ognuno di noi personalizza il movimento di tiro per adattarlo al meglio alle proprie caratteristiche fisiche e fisiologiche.

Un esempio attuale di "adattamento" è certamente Steph Curry, point guard dei Golden State Warriors che con il suo tiro ha rivoluzionato l’intero sistema cestistico mondiale. Curry, nello specifico, ha un rilascio della palla inusuale, dettato da un fisico sottotaglia che lo accompagna fin dai tempi del liceo. Per sopperire alle sue lacune fisiche, ha sviluppato un rilascio velocissimo in fase ancora ascendente e non nel punto più alto del movimento - subito prima dell’inizio della fase discendente - diversamente dalla quasi totalità dei giocatori di tutto il mondo. In questa maniera è riuscito a ridurre drasticamente la velocità di esecuzione, togliendo tempo di reazione ai difensori, che di fatto perdono i punti di riferimento. Tutto questo non è soltanto talento e necessità, ma il frutto di un lavoro durissimo e incessante sui minimi particolari tecnici che Steph continua tutt’ora a fare in maniera quasi maniacale. 

L’esempio, invece, che incarna perfettamente i canoni estetici e tecnici del tiro nella loro totalità è Klay Thompson, il cui movimento di tiro è il più vicino alla perfezione sotto ogni punto di vista: ogni angolo formato dal suo corpo (asse spalla-gomito-polso) e la sua compostezza stilistica sono di fatto l’incarnazione della definizione del "Fondamentale del Tiro"

La tecnica del tiro

Quando parliamo di tiro dobbiamo necessariamente partire dall’ossatura del movimento, scomponendo il tutto nei minimi particolari: 

  • Gambe: sono il motore del fondamentale e risultano importanti quanto gli arti superiori; devono essere sempre cariche e reattive affinché si possa diminuire il tempo di reazione per completare il movimento di tiro.
  • Tronco: deve essere possibilmente in linea con le gambe nel momento del salto; il disallineamento rispetto agli arti inferiori può influire negativamente sulla parabola e sulla direzione del tiro. Più tronco e addome saranno forti e stabili e più riusciremo a sviluppare un buon tiro in ogni situazione, anche di equilibrio precario.
  • Spalle/gomiti/polsi: il braccio della mano forte, nel momento dell’esecuzione del fondamentale, deve ricreare due angoli di 90°, uno al gomito e l’altro al polso; è un aspetto questo molto importante in quanto ci da la possibilità di imprimere una buona forza alla palla e di avere una maggior precisione. Si crea una linea immaginaria che collega spalla, gomito, polso e finisce nel canestro. La perfezione del movimento prevede, inoltre, la partenza della porzione di braccio spalla-gomito parallela al terreno. Il tutto deve rimanere, quindi, perfettamente in asse. 
  • Mano: la mano forte deve stare sotto la palla, facendo presa con i polpastrelli ben saldi a mano aperta; il palmo in questo caso non è a contatto con la palla. Questi accorgimenti consentono alla palla di avere un buono spin, ovvero ci consentirà di farla girare su stessa durante la parabola che gli andremo a dare, imprimendo maggiore precisione al nostro tiro. Quando la palla viene rilasciata, è importante indirizzarla con l’indice della nostra mano forte, facendolo entrare idealmente nel canestro. La mano debole invece ha il solo scopo di mano d’appoggio, senza influire in nessun modo sul nostro fondamentale; viene staccata infatti un attimo prima del rilascio della palla, lasciando esclusivamente alla mano forte il compito di indirizzare il pallone. I pollici delle due mani devono formare un “T” sul pallone senza però toccarsi, questo consentirà di avere una presa ben salda anche a chi non riesce a tenere la palla con una sola mano. 

Allenare il Tiro

Allenare il tiro vuol dire allenare la meccanica del nostro corpo, abituandolo a fare sempre lo stesso movimento. Il tiro, infatti, è l’insieme di tutti quei movimenti, sia degli arti inferiori che di quelli superiori, che ci consentono di “lanciare” (passatemi il termine) la palla verso il canestro. Arrivare a sviluppare sempre lo stesso tiro in ogni situazione più o meno avversa, ci consentirà di avere una padronanza pressoché totale del fondamentale, rendendoci giocatori più pericolosi e rispettabili, aprendoci mille altre soluzioni tecnico-tattiche. 

Il tiro ha bisogno di ripetizioni su ripetizioni. L’obiettivo per un aspirante tiratore è quello, come detto, di arrivare ad eseguire lo stesso identico movimento in ogni situazione, dal tiro statico in allenamento senza difesa, ad un tiro all’ultimo secondo con la mano in faccia. Un gran tiratore, per prima cosa, sa sempre dove si trova il ferro rispetto a lui, ed è il primo passo per arrivare al nostro obiettivo. 

Meccanizzando bene il movimento, dovremo arrivare a tirare prima ancora di aver rilasciato il pallone dalle mani, ovvero: una volta meccanizzato alla perfezione il movimento di tiro adattato alle nostre caratteristiche, dovremo essere in grado di tirare anche con un difensore vicino: sapendo perfettamente la posizione del canestro e avendo meccanizzato ogni dettaglio, il disturbo del difensore non preguidicherà la nostra efficacia.

Vi proporrò una routine di allenamento statico, spezzettando il movimento nella sua globalità, per arrivare progressivamente al movimento completo, facendo particolare attenzione ai dettagli che via via prenderemo in esame. 

Per costruire un buon movimento meccanico è indispensabile lavorare in maniera analitica, tralasciando, almeno nella parte iniziale, la velocità di esecuzione. Quest’ultima verrà sviluppata in seguito, una volta che saremo in grado di padroneggiare il movimento nei suoi dettagli.

Per i più giovani vorrei soffermarmi su un aspetto da non sottovalutare: l’esito del tiro non è strettamente legato ad una buona tecnica nei più giovani e nei giovanissimi, in questo caso infatti è un aspetto ancora troppo vincolato allo sviluppo adolescenziale ed alla forza sviluppata che ne consegue. Tecnica ed esito del tiro andranno di pari passo in un soggetto già sviluppato e consapevole della propria forza psico-fisica. 

Riscaldamento

Iniziamo il nostro allenamento individuale sul Tiro con la mobilità articolare per sciogliere collo, spalle, tronco e arti superiori. 

  • Circonduzioni del collo (10x in un senso e 10x nell’altro)
  • Circonduzioni delle braccia (15x in un senso e nell’altro per entrambe le braccia)
  • Circonduzioni delle spalle (20x in un senso e 20x nell’altro)
  • Circonduzioni dei gomiti (20x in un senso e 20x nell’altro) 
  • Circonduzioni dei polsi (20x in un senso e 20x nell’altro) 
  • Circonduzioni delle caviglie (20x in un senso e 20x nell'altro)

Allenamento

Iniziamo il nostro allenamento vero e proprio, suddiviso in 10 esercizi progressivi. Per ogni esercizio è sufficiente fare 10/15 ripetizioni di ogni movimento indicato. 

Esercizio 1

Ci disponiamo in piedi con le gambe scariche, accanto ad un muro, appoggiandoci inizialmente la spalla della mano forte. Per il primo esercizio, iniziamo con il distanziare la spalla dal muro di 5/10 cm.

Teniamo la palla in mano con il dorso rivolto verso terra, con la sola mano forte e iniziamo a simulare il movimento tecnico di tiro fino al rilascio senza l’aiuto della mano d’appoggio, ponendo l’attenzione sull’asse spalla-gomito-polso; la vicinanza al muro è fondamentale per tenere ben allineato tutto l’asse della mano forte. Dobbiamo riuscire a dare un buono spin alla palla, che dovrà ruotare su stessa il più possibile; per far sì che questo accada è molto importante “spezzare” bene il polso nella fase finale del movimento di tiro.

Il movimento viene fatto inizialmente molto lento per poi aumentare progressivamente, per far sì che si sviluppi nella maniera più precisa possibile la meccanica della mano forte.

Esercizio 2

La partenza è la stessa dell’esercizio 1, ma questa volta con le gambe leggermente piegate. Teniamo la mano debole impegnata palleggiando con un altro pallone. Sviluppiamo nello stesso modo il movimento di tiro dell'esercizio precedente, stendendo le gambe nella fase finale del movimento, riuscendo così a dare maggior spinta alla palla. 

Variante: possiamo utilizzare una pallina da tennis nella mano debole, lanciandola verso l’alto invece di palleggiare. 

Esercizio 3

Per questo esercizio prendiamo a riferimento tre posizioni sullo smile dello sfondamento: posizione laterale sinistra, posizione centrale e posizione laterale destra.

Partiamo dalla prima posizione con le gambe dritte, il corpo scarico e con la palla già sopra la testa ponendo attenzione agli angoli formati da spalla-gomito-polso che devono essere in ogni caso di 90 gradi. Eseguo un movimento esclusivamente di braccio e polso, concentrandomi sullo “spezzare” bene il polso e sul “far cadere” l’indice all’interno del canestro. L’obiettivo è quello di segnare senza toccare il ferro dando una buona parabola alla palla. Questo esercizio è da fare sia con la mano forte che con la mano debole per sviluppare al meglio la sensibilità in entrambe le mani.

Variante: sviluppiamo lo stesso esercizio utilizzando l’aiuto del tabellone in tutte le posizioni.

Esercizio 4

La partenza di questo esercizio è la stessa dell’esercizio 3 ma questa volta facendo un passo indietro rispetto al ferro. Partiamo in posizione fondamentale e tenendo la palla in mano con il dorso rivolto verso il terreno.

Lasciamo cadere la palla in terra, piegando le gambe la riprendiamo sempre con la mano forte ed effettuiamo un tiro (senza usare la mano d’appoggio) ponendo l’attenzione su tutti gli aspetti meccanici visti fino ad ora. Cerchiamo di esasperare la parabola data al pallone (questo aspetto vale per tutti gli esercizi che facciamo sul tiro). Una parabola mediamente più alta aumenta la probabilità di segnare. Anche questo esercizio è da fare sia con la mano forte che con la mano debole per sviluppare al meglio la sensibilità in entrambe le mani.

Esercizio 5

La partenza è quella dell'esercizio precedente ma con due palloni: palleggiamo con la mano debole mentre si sviluppa il movimento di tiro esattamente come nell’esercizio 4. Anche questo esercizio è da fare sia con la mano forte che con la mano debole per sviluppare al meglio la sensibilità in entrambe le mani.

Variante: possiamo utilizzare una pallina da tennis nella mano debole, lanciandola verso l’alto invece di palleggiare.

Esercizio 6

Facciamo un ulteriore passo indietro rispetto all’esercizio precedente. Sempre da posizione fondamentale, con le gambe ben piegate e cariche, ma questa volta spalle a canestro. Rispetto agli esercizi precedenti utilizziamo anche l’uso della mano d’appoggio, usata solo ed esclusivamente per una questione di equilibrio; non deve influire in alcun modo sul movimento analitico della mano forte. 

Facciamo un rapido salto sul posto ruotando di 180 gradi, atterrando fronte a canestro e mantenendo sempre le gambe cariche. In un unico movimento, appena tocco il terreno con i piedi eseguo il movimento di tiro, in elevazione verso l’alto e non verso il canestro. Qui entrano in gioco anche i piedi, che devono rimanere sempre reattivi e forti per accorciare i tempi di reazione e per darci quindi la possibilità di velocizzare tutto il movimento di tiro.

Poniamo l’attenzione in modo particolare alla posizione delle mani e delle braccia, mantenendo una buona parabola. 

Esercizio 7

Partenza e svolgimento come l'esercizio 6, inserendo però un elemento di disturbo come un bastone/scopettone o una pallina da tennis/di spugna.

Opzione 1 con Bastone: Il tiro viene ostacolato da un bastone o scopettone per tenere costantemente alta la parabola.

Opzione 2 con Pallina da Tennis: L’ostacolo è rappresentato da una palla da tennis o meglio da una pallina di gommapiuma con là quale si colpisce al corpo chi tira per destabilizzare il movimento di tiro.

Esercizio 8

Partiamo dalla stessa distanze dei due esercizi precendenti, a circa tre passi dal ferro. Partiamo sempre da posizione fondamentale e facciamo, mantenendo la posizione con le gambe cariche, tre salti sul posto tenendo il pallone fermo con mani forti il più possibile, al terzo salto si esegue il movimento di tiro.

Variante: Saltare con la gamba lato forte o saltare con la gamba lato debole. 

Variante II: 3 salti in avanzamento anziché sul posto, partendo da fuori dai 3 punti. 

Esercizio 9

Questa volta ci disponiamo a circa 4/5 metri, in posizione fondamentale, all’interno di un cerchio di piccole dimensioni (in mancanza del cerchio si possono usare 4 cinesini disposti intorno ai piedi ad una distanza di 20/30 cm). Partiamo facendo un palleggio sul posto e dalla raccolta della palla iniziamo il movimento di tiro nella maniera più rapida possibile, senza perdere il focus sulla meccanica vista durante tutto l’allenamento. 

Eseguiamo un jump shot da fermi ricadendo sul posto, facendo finire sempre l’indice idealmente dentro il canestro, spezzando bene il polso e dando un buono spin alla palla e mantenendo una buona parabola. 

Nota bene: la velocità di esecuzione in questo caso la scegliamo noi, partiamo magari ad una velocità ridotta per assicurarsi che la tecnica di tiro sia “perfetta”; man mano che acquistiamo sicurezza nel movimento aumentiamo progressivamente la velocità d’esecuzione. 

Esercizio 10

Partiamo sempre da 4/5 metri palleggiando in posizione fondamentale con due palloni e con gli occhi rivolti al ferro. 

Il coach, posto in posizione defilata, fa vedere le mani: al segnale passiamo dal palleggio con la mano debole e si esegue un jump shot sul posto.

Conclusione

Il tiro negli ultimi anni è diventato una conditio sine qua non per un esterno che si rispetti ad ogni livello, di pari passo ha assunto una notevole importanza anche nel bagaglio tecnico del lungo moderno. Gli spazi si sono allargati, le distanze di tiro sono aumentate, ma allo stesso tempo anche atletismo e forza fisica hanno incrementato la loro importanza all’interno del rettangolo di gioco. Il tiro, quindi, non sarà più una specialità di pochi ma una necessità per molti. 

Questo fondamentale va allenato, curato e alimentato; questi sono solo alcuni dei mille e più esercizi che possiamo fare per curare il nostro movimento. Che si faccia la stessa routine di allenamento o che si vari ogni volta esercizi, la cosa importante è continuare a tirare, tirare e ancora tirare: questa è l’unica ricetta per far sì che il tiro diventi la nostra migliore arma in un campo da pallacanestro. 

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Postato da Andrea Tommei

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Inizio a muovere i primi passi cestistici a 6 anni come da prassi per chi cresce a pane e basket. Prima tifosissimo rossoblù, poi giocatore in tutte le categorie giovanili. La mia carriera senior inizia però con la Pallacanestro Monsummano a 17 anni, età in cui ho “lasciato” il basket giovanile per quello dei grandi. Da quel momento sono passate 13 stagioni, di cui 9 in serie B e 4 in serie C con 2 campionati vinti ed una coppa Italia. Il basket è LA mia passione e per anni è stato anche il mio lavoro a tempo pieno. La speranza è quella di trasmettere questa passione a più persone possibili.